Le ONG chiedono lo stop ai bombardamenti aerei per evitare una strage di civili
L’esodo da Mosul continua. Sono migliaia i civili che fuggono dall’ultima roccaforte dell’Isil assediata dall’esercito di Baghdad da un lato e dai miliziani sciiti dall’altro.
Chi riesce a scappare da Mosul, attraverso dei corridoi messi in sicurezza, viene radunato dall’esercito. Le condizioni igenico sanitarie sono disastrose e le ONG temono l’ennesima catastrofe umanitaria.
Nelle ultime ore intanto l’esercito ha ripreso il ponte più a sud sul Tigri. Si tratta della terza conquista strategica dopo l’aeroporto e una base militare in pochi giorni.
“La base militare di Ghizlani – spiega Fadel Abu Raghif, analista – si trova più in alto, per cui gli estremisti non possono attaccarla con fuoco diretto. I loro colpi hanno perso la metà della forza. Ed è difficile attaccare verso l’alto. Le forze irachene hanno molto più potere attaccando dall’alto”.
Inutili intanto gli appelli dell’Oxfam perché l’esercito iracheno smetta di utilizzare l’artiglieria pesante. Secondo l’organizzazione non governativa i bombardamenti non risparmiano i civili, spesso usati dai jiadisti come scudi umani. Durante la liberazione di Mosul est le Nazioni Unite stimano che a causa dei raid aerei ne morirono più di 1800.
Oxfam concerned for safety of 750,000 civilians trapped in western #Mosul as Iraqi forces reach city. #Iraq For interviews contact
KaiTab</a> <a href="https://t.co/K4NCaNPRXe">pic.twitter.com/K4NCaNPRXe</a></p>— Oxfam International (
Oxfam) February 24, 2017