Trasporto aereo, come si reagisce a una crisi

Trasporto aereo, come si reagisce a una crisi
Di Euronews
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Quali procedure seguono aeroporti, compagnie, controllori del traffico quando si verifica un'emergenza grave

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“Nel trasporto aereo, un’emergenza può ben presto trasformarsi in situazione di crisi. Che si tratti delle cattive condizioni meteorologiche, di uno sciopero improvviso, di una minaccia alla sicurezza o di un attacco informatico, come si preparano i protagonisti del trasporto aereo a fronteggiare una crisi?”
E’ la domanda a cui questo primo episodio di ‘Boarding Pass’ cerca di fornire una risposta.

Un giorno normale in un normale aeroporto europeo. Le ordinarie operazioni nel terminal passeggeri e sulle piste di volo si svolgono secondo meccanismi consolidati dalla routine quotidiana. Ma l’imprevisto è sempre possibile.
Un’esercitazione svoltasi il 20 gennaio sull’ aeroporto di Napoli inizia con l’allerta lanciata dall’Airport Duty Manager. Si tratta di un incendio che comporta l’intervento immediato dei vigili del fuoco.

Tutto si svolge secondo le procedure contenute nei manuali di aeroporto, continuamente aggiornati e che rappresentano la base del training di tutto il personale.
In questa esercitazione, come in qualsiasi tipo di crisi, il tempo è un fattore essenziale.

“Direi che la tempestiva comunicazione è una regola fondamentale nelle situazioni di crisi e di emergenza” dice Alessandro Fidato, Accountable Manager della Gesac, gestore dell’Aeroporto Internazionale di Napoli.
Scattata la crisi, i vari soggetti che operano in aeroporto comunicano tra loro in tempo reale e attraverso appositi meeting.

“E’ fondamentale – aggiunge Fidato – il coordinamento del gestore dell’aeroporto che ha proprio il compito di gestire e coordinare tutti gli operatori interni ed esterni, quindi parliamo sia di tutti gli enti di Stato, naturalmente lo fa attraverso anche la collaborazione dell’ Enac , che è l’autorità e anche di tutti gli operatori privati, quindi parliamo degli handlers, delle compagnie, tutti (quelli che operano) i contractor che operano all’interno dell’aeroporto”.

Un’emergenza ha quasi sempre conseguenze che vanno ben al di là del luogo in cui si sono verificate. E sempre sono i passeggeri a patirne le conseguenze, qualunque sia la situazione di crisi che si verifica. Non solo nell’aeroporto di origine, ma anche in numerosi altri scali.
E’ per questo che nel 2010 la Commissione europea ed Eurocontrol hanno creato la Cellula europea di coordinamento delle crisi aeronautiche, che riunisce agenzie, istituzioni e organizzazioni che hanno competenze dirette nella gestione delle crisi.

“Se un’emergenza si aggrava e diventa una vera crisi – dice Kenneth Thomas, Head of Unit, Eurocontrol/Network Manager -, la Cellula di coordinamento europeo si attiva per coordinare la risposta sia a livello politico che delle organizzazioni nazionali e internazionali”.

Nella sala del Network Manager di Eurocontrol a Bruxelles viene esercitato il coordinamento tra le autorità di controllo del traffico aereo di tutta Europa. Essere pronti e addestrati ad affrontare una crisi è d’importanza fondamentale.
“Nel febbraio 2016 – racconta kenneth Thomas -eravamo in 70 per due giorni nella stessa stanza per un’esercitazione in cui abbiamo simulato attacchi terroristici su aeroporti europei. Sette settimane più tardi, c‘è stata la strage di Bruxelles. La cellula di coordinamento europeo è stata immediatamente attivata e così le conseguenze sul trasporto aereo sono state ridotte al minimo”.

Finita l’esercitazione, le operazioni nel nostro aeroporto europeo tornano normali. E il fatto che chi ci lavora sappia esattamente cosa fare quando la routine è sconvolta da una crisi, dovrebbe renderci più tranquilli e fiduciosi.

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