Doping: Mosca ritratta intervista a New York Times. "Mai doping di Stato, affermazioni estratte dal contesto"
La Russia fa marcia indietro e afferma che la dichiarazione resa dal Capo ad interim dell’agenzia anti-doping Rusada, Anna Antselovich, in un’intervista con il New York Times è stata male interpretata.
“Durante la conversazione con la giornalista Rebecca Ruiz, il direttore generale ha fatto l’osservazione che, nella sua relazione del 9 dicembre, Richard McLaren aveva sostituito la
frase ‘sistema sponsorizzato dallo stato’ con le parole ‘complotto istituzionale,’ escludendo quindi il coinvolgimento dei vertici del Paese”, dice la nota. “Purtroppo, Rebecca Ruiz ha preso queste parole fuori dal contesto, creando così l’impressione che il vertice della Rusada ammetta l’ipotesi di copertura dello scandalo da parte delle istituzioni”.
Nell’intervista al New York Times sullo scandalo del doping di Stato sembravano aver riconosciuto l’uso di sostanze illecite da parte degli atleti. Anna Antseliovich, direttrice dell’agenzia nazionale russa antidoping, aveva definito lo scandalo una cospirazione istituzionale sottolineando, però, che Putin non c’entrava. Antseliovich aveva negato che Il Presidente russo avesse sponsorizzato e ordinato l’uso di sostanze illecite.
Quali sarebbero state allora le istituzioni dietro la cospirazione? Il New York Times citava un direttore di laboratorio che avrebbe truccato i campioni di urina e fornito sostanze dopanti agli atleti e un viceministro dello sport che avrebbe coperto tutto per anni. Lo scandalo del doping, secondo il recente rapporto WADA, ha coinvolto 1000 atleti russi di trenta discipline e sarebbe culminato con le olimpiadi invernali di Sochi. Mentre il CIO indaga massivamente, dalla Russia le prime ammissioni, forse per non rischiare di non poter piú ospitare i giochi.