Alla riconquista di Raqqa la coalizione in cui Usa e Turchia sono divisi da leadership curda

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Di Euronews
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“La grande battaglia per la riconquista di Raqqa e della sua provincia è cominciata”.

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“La grande battaglia per la riconquista di Raqqa e della sua provincia è cominciata”. Sono le parole di Jihan Cheikh Ahmad, portavoce dell’offensiva delle forze arabo-curde che, appoggiate dagli Stati Uniti, partono alla riconquista di Raqqa, eletta a capitale di quello che l’Isis definisce un Califfato.

Un’offensiva che, assieme a quella in corso a Mosul in Iraq, punta ad assestare il colpo finale all’autoproclamato Stato Islamico. La Valle del fiume Eufrate resta il territorio nel quale l’Isis ancora domina. E la battaglia è tutt’altro che vinta. Soprattutto a fronte di una coalizione eterogenea.

I vertici militari di Stati Uniti e Turchia si sono incontrati ieri ad Ankara per discutere la strategia della campagna militare contro Daesh. Attorno allo stesso tavolo il responsabile delle operazioni turche, il Generale Hulusi Akar e la controparte statunitense, il Generale Joseph Dunford. E un punto di divisione balza agli occhi come ineliminabile: le forze curde (YPG) che gli Stati Uniti considerano un’asset cruciale, sono viste in maniera a dir poco ostile dalla Turchia.

L’offensiva denominata “Collera dell’Eufrate” è stata lanciata sabato sera, condotta sotto le guida delle Forze Democratiche Siriane, un’alleanza dominata dai curdi ma che include anche arabi e turkmeni.

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