Era un giovane silenzioso, appartato, discreto.
Era un giovane silenzioso, appartato, discreto. È quanto emerge dalle testimonianze dei vicini del diciottenne autore del massacro di Monaco di Baviera. Testimonianze molto simili fra loro, in questo condominio. Come quella di Chauan Hussein, una vicina, che racconta: “Non lo vedevo mai, forse era clinicamente depresso… insomma, non attirava l’attenzione. Ho sentito dire che consegnava giornali. Un ragazzo che non dava nell’occhio, mi stupisce che questo stia accadendo nel nostro quartiere”.
Un quartiere popolare di Monaco, dove Ali Sonboly viveva con la sua famiglia. La maggior parte dei vicini conosceva il padre e il fratello minore, ma lui, dicono, non si vedeva molto in giro e secondo Ediou Tavianou, un altro vicino, non aveva una vita sociale: “Quando lo vedevo era sempre da solo. Non so dire se avesse amici oppure no perché non lo vedevo mai con amici. O con delle ragazze. Voglio dire, aveva diciott’anni e non si vedeva mai con una ragazza. Forse, pensavo, non esce con le ragazze, gli piace stare da solo”.
Altri precisano che non gli interessava nemmeno lo sport. Per molti era un ragazzo strano. Ma che potesse essere un pericoloso criminale, questo, non se lo sarebbero mai aspettato.