Regno Unito, ecco il governo per la Brexit

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Di Euronews
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A gestire la diplomazia britannica sarà lui Boris Johnson, che diplomatico – almeno finora – non ha certo mostrato di esserlo.

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A gestire la diplomazia britannica sarà lui Boris Johnson, che diplomatico – almeno finora – non ha certo mostrato di esserlo.

Gli omologhi di Francia e Germania hanno già criticato la nomina. Un “bugiardo”, lo ha definito Jean-Marc Ayrault. Un uomo dal comportamento “pazzesco”, ha detto Franz-Walter Steinmeier.

L’ex sindaco di Londra, leader del “Leave”, appena diventato ministro degli Esteri si è lasciato andare a un’altra delle sue battute, una piccola ripicca nei confronti degli Stati Uniti.

Obama, contrario alla Brexit, a fine aprile aveva detto che il Regno Unito sarebbe stato in fondo alla lista degli accordi commerciali.

Johnson aveva risposto che Obama – in quanto metà kenyota – aveva un’antipatia ancestrale per l’impero britannico.

“Ha qualcuno a cui chiedere scusa, no? Obama per esempio”, lo ha incalzato un giornalista. “Beh, gli Stati Uniti saranno in cima alla lista”, ha risposto.

L’Unione europea e il mondo diplomatico si preparino ad avere a che fare con lui.

Meno eccentrico di Johnson, ma non meno euroscettico, è David Davis, che assume l’incarico al nuovo dicastero per l’Uscita dall’Unione europea.

Un veterano del Partito Conservatore, che aveva screditato Bruxelles dicendo una volta passata la Brexit ci si sarebbe dovuti rivolgere a Berlino.

Per i futuri rapporti con l’Unione europea, non è favorevole al modello di Norvegia e Svizzera, ma guarda a quello del Canada ed è convinto che spunterà un accordo senza barriere commerciali.

Theresa May ha affidato la poltrona del Tesoro a Philip Hammond, che diventa cancelliere dello scacchiere al posto di George Osborne, colpevole di aver fatto campagna elettorale per il “Remain”.

Hammond è un euro scettico, ma come il neo premier britannico aveva tenuto un profilo basso durante la campagna politica per il referendum.

La sfida per lui è quella di stabilizzare l’eonomia e di evitare di far cadere il Paese nella recessione.

“Il Regno Unito è aperto agli affari, non stiamo girando le spalle al mondo. Siamo determinati a mantenere un atteggiamento di ampie vedute e a far prosperare ancora il nostro popolo. A far crescere ancora l’economia e a creare posti di lavoro”, ha dichiarato.

Già ministro con Cameron, prima dei Trasporti, poi della Difesa e fino a pochi giorni fa degli Esteri, è oggi il numero due del governo. Come ministro dell’Economia, dovrà stabilire i nuovi rapporti commerciali di un Regno Unito extra comunitario.

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