Fatah al Sisi nega che ad uccidere Giulio Regeni siano stati i servizi segreti. Il presidente egiziano torna sull’omicidio, al Cairo, del giovane
Fatah al Sisi nega che ad uccidere Giulio Regeni siano stati i servizi segreti. Il presidente egiziano torna sull’omicidio, al Cairo, del giovane ricercatore italiano e accusa non specificate “persone malvagie” e i media egiziani di aver ingigantito il problema.
"Questo caso ha una grande importanza per noi, perché abbiamo un rapporto speciale con gli italiani e la leadership italiana"
“Questo caso ha una grande importanza per noi, perché abbiamo un rapporto molto speciale con gli italiani e la leadership italiana – afferma al Sisi – Sono stati i primi a stare accanto a noi dopo la rivoluzione del 30 giugno”.
Gli inquirenti dei due Paesi hanno sospeso la collaborazione dopo il vertice dell’8 aprile a Roma. I magistrati egiziani non hanno consegnato i tabulati telefonici e il traffico delle celle e l’Italia ha richiamato il suo ambasciatore.
Sul corpo dello studente friulano rapito il 25 gennaio e poi trovato morto il 3 febbraio erano stati trovati segni di torture. Risolvere il caso è anche nell’interesse dell’Egitto, sostiene il magnate egiziano, Naguib Sawiris, già proprietario di Wind e fondatore di un partito.
“La verità deve venire fuori – dice Sawiris – Non accettiamo il fatto che la verità non sia venuta fuori fino a ora e riteniamo che l’atteggiamento italiano sia al 100% giusto”.
Le parole di al Sisi erano rivolte, secondo molti, anche all’interno del Paese, perché in Egitto sta aumentando la pressione affinché si arrivi alla verità sulla morte di Regeni.