Primarie USA, Sanders ribadisce: Clinton finanziata dal petrolio

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Di Euronews
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Con le primarie statunitensi ormai a metà strada, ma i principali appuntamenti ancora a venire a New York, in Pennsylvania e in Florida, le sfide in

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Con le primarie statunitensi ormai a metà strada, ma i principali appuntamenti ancora a venire a New York, in Pennsylvania e in Florida, le sfide in campo democratico e repubblicano tendono a delinearsi anche sui temi: tra Bernie Sanders e Hillary Clinton l’ultima polemica riguarda il petrolio, o meglio i finanziamenti ricevuti dalle lobby:

“Secondo un’analisi di Greenpeace, la campagna di Hillary Clinton e la sua Super PAC hanno ricevuto più di quattro milioni e mezzo di dollari dall’industria dei combustibili fossili”, ribadisce Bernie Sanders in risposta allo sfogo di Hillary Clinton, che si era detta “stufa delle sue bugie”.

La Clinton cerca di mantenere l’attenzione su quello che ritiene essere il suo punto di forza, anche per la passata esperienza ministeriale: la politica estera. Parlando non del rivale democratico, ma già in ottica di campagna presidenziale contro i candidati repubblicani e le loro dichiarazioni al limite dell’islamofobia, ha detto:

“Loro non capiscono che io un piano per sconfiggere l’ISIS ce l’ho, e che per questo bisognerà lavorare con altre nazioni, incluse alcune nazioni musulmane che dovranno far parte della nostra coalizione”.

Tema con il quale tenta di trovare una propria strada, in campo repubblicano, John Kasich, che a sua volta risponde ai test di religione proposti da Donald Trump e all’aumento dei controlli nei quartieri islamici richiesto da Ted Cruz:

“Se pensate che si possa far bene mandando la polizia nei quartieri per tirar fuori la gente dalle case e mandarla oltrefrontiera, con cifre intorno agli undici milioni e mezzo di persone, potete immaginare le conseguenze per questo Paese?”

Donald Trump, finora leader pressoché incontrastato delle primarie repubblicane, ha fin qui goduto delle polemiche, in una fase iniziale che tipicamente si offre a chi sa accalappiare l’attenzione. Più passa il tempo, però, più diventa necessario affrrontare i temi senza limitarsi ad evocarli.
Di fronte alle proteste ha dovuto correggere il tiro sull’aborto: niente sanzioni, lasciamo la legge com‘è, dice ora. Si vota il 5 aprile nel Wisconsin, ma tutti gli occhi sono già puntati sull’appuntamento cruciale del 19, a New York.

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