Sono immagini che hanno commosso il mondo, quelle dell’incontro delle famiglie coreane separate da oltre sessant’anni: ancora più toccanti quelle
Sono immagini che hanno commosso il mondo, quelle dell’incontro delle famiglie coreane separate da oltre sessant’anni: ancora più toccanti quelle della separazione, perché il ricongiungimento è durato solo tre giorni.
Sei ore ogni giorno per abbracciarsi, per parlare, per guardare le fotografie o leggere le lettere dei figli, dei nipoti, di persone nello stesso tempo vicine al cuore e lontane oltrefrontiera.
Incontri che poi cessano, ma che danno speranza perché sono comunque segnali di un riavvicinamento: “vedrai, ci incontreremo la prossima volta quando i nostri Paesi saranno uniti”, ha detto un ottantottenne nord-coreano a un parente, dopo aver letto una lettera del figlio mai visto, rimasto nella Corea del Sud.
I due Paesi sono divisi dalla guerra del 1950, conclusa dall’armistizio del 1953 che ha certificato la spaccatura in due della penisola coreana. Due governi che si guardano da allora in cagnesco, ma che dal 2000 hanno concesso sporadici incontri alle famiglie divise: una ventina, finora, per alcune migliaia di persone.