Giornata di sangue e terrore in Turchia, con un duplice attacco a Istanbul e un altro nella provincia sudorientale di Sirnak. Nella capitale turca
Giornata di sangue e terrore in Turchia, con un duplice attacco a Istanbul e un altro nella provincia sudorientale di Sirnak. Nella capitale turca nel mirino è finito il consolato americano: è stato colpito da due donne armate, una delle due – arrestata – fa parte del “Partito Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo (Dhkp-c)”. Si tratta di un’organizzazione turca di estrema sinistra fondata nel 1978 e messa al bando non solo in Turchia ma anche nell’Unione europea e negli Stati Uniti.
Il gruppo ha dichiarato di voler colpire gli Stati Uniti perché “nemico dei popoli del Medio Oriente”. La violenza nel Paese è esplosa dopo la strage di Suruc. “L’agente gridava di lasciar cadere la borsa. La donna ha risposto: Non mi arrenderò. Sono qui per vendicare l’attacco di Suruc”, racconta un testimone.
Era il 20 luglio scorso quando l’attentato suicida dell’Isil nella città al confine con la Siria faceva 31 vittime tra giovani curdi. L’offensiva antiterrorismo è stata la risposta di Ankara contro l’Isil e il PKK e ha fatto registrare una nuova escalation di violenza nel paese, con epicentro la capitale turca. Questa mattina è stata attaccata anche una stazione di polizia, dieci feriti e tre morti tra cui i due attentatori. L’attacco ha causato un incendio che ha fatto crollare parte dell’edificio.
In un attacco dei guerriglieri del Pkk curdo nella provincia sudorientale di Sirnak sono morti, invece, quattro poliziotti. Secondo fonti di stampa locale il veicolo blindato su cui viaggiavano è saltato in aria al passaggio su una mina.