Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

La marcia di Srebrenica, 20 anni dopo

La marcia di Srebrenica, 20 anni dopo
Diritti d'autore 
Di Euronews
Pubblicato il
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto: Copy to clipboard Copied

Andare incontro al passato. Quasi una terapia per i partecipanti alla marcia di Srebrenica. Ci vogliono tre giorni per raggiungere la città dove 20

PUBBLICITÀ

Andare incontro al passato. Quasi una terapia per i partecipanti alla marcia di Srebrenica.

Ci vogliono tre giorni per raggiungere la città dove 20 anni fa si è consumato il peggiore dei genocidi che l’Europa abbia avuto dal 1945.
Dal 2005, i partecipanti percorrono il cammino fatto da 14 mila uomini che scapparono da Srebrenica per raggiungere una zona franca, 80 chilometri più a nord.

Il cammino è percorso simbolicamente in senso inverso: direzione Srebrenica.

Djile Omerovic:

“Mi sembra di procedere a ritroso per incontrare il mio passato. Cammini e sei così stanco che quasi ti mancano le forze e sei sul punto di cadere. I ricordi arrivano da soli. Mi ricordo di un ragazzo ferito a entrambe le gambei che camminava con estrema difficoltà, ma camminava. Piageva e camminava”.

Djile è il promotore di questa marcia: aveva 21 anni quando si è nascosto per due mesi all’interno di questo bosco per sfuggire ai soldati serbi e riuscendo a salvarsi.

Anche Pilav, giovane medico allora trentenne si è dato alla fuga insieme agli altri 14 mila.

Pilav Ilijav:
“Siamo stati attaccati subito dopo aver lasciato Srebrenica. È stato spaventoso, hanno usato non solo armi e granate, ma anche gas tossici”.

La stragrande maggioranza delle vittime di Srebrenica ha trovato la morte in queste montagne in una caccia all’uomo senza quartiere.

Quest’anno i partecipanti alla marcia percorrono un cammino segnato da targhe e lapidi commemorative.

Laurence Alexandrowic, euronews:

“La marcia è blindata, presenti imponenti forze di sicurezza, perché come tutti gli anni, i serbi di Bosnia hanno minacciato di colpire i partecipanti, se quest’ultimi avessero sventolato la bandiera dello Stato Islamico, identificando in modo grossolano pellegrini musulmani e terroristi fondamentalisti”.

Tra i partecipanti anche stranieri come Ridho, indonesiano, venuto dal Canada.

Ridho:

“Abbiamo parlato con la gente del posto, sono tutti contenti che ci siano stranieri, temono che la tragedia non sia riconosciuta e quindi apprezzano fortemente la nostra presenza”.

La giornata è finita, 500 sopravvissuti sono in testa al corteo. Sabato saranno a Srebrenica.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Nepal: nominata la prima ministra ad interim dopo le proteste della Gen Z

Stati Uniti, Fbi diffonde il video del sospetto assassino di Charlie Kirk

Nepal, l'esercito impone il coprifuoco dopo le rivolte dei giovani