Hamas e Tel Aviv hanno subito reagito all’inchiesta delle Nazioni Unite. Nel documento si denuncia il lancio indiscriminato di razzi e colpi di
Hamas e Tel Aviv hanno subito reagito all’inchiesta delle Nazioni Unite. Nel documento si denuncia il lancio indiscriminato di razzi e colpi di mortaio dalla Striscia di Gaza contro Israele per “diffondere il terrore tra i civili”. “Gli obiettivi erano solo siti militari” si difendono i vertici di Hamas che chiedono che il rapporto dell’Onu sia sottoposto alla Corte penale internazionale (Cpi) per perseguire Israele.
“Nonostante ci siano degli aspetti positivi in questo rapporto, penso che sia un errore fatale e un grande problema il fatto che questa relazione metta sullo stesso piano vittima e carnefice’‘, ha detto Ghazi Hamad, portavoce del “Movimento di Resistenza Islamico”.
Più dura la reazione di Tel Aviv che giudica legale e legittima
l’offensiva nella Striscia di Gaza del 2014. Per il primo ministro l’inchiesta è “faziosa” perché il Consiglio dei diritti dell’uomo di Ginevra è ‘‘prevenuto’‘ e ‘‘ossessionato’‘ da Israele:
“La commissione che ha redatto l’inchiesta è stata nominata da un Consiglio che si definisce per i diritti umani, ma che in realtà sta facendo tutto meno che proteggere i diritti umani. È un comitato che condanna Israele più di Iran, Siria e Corea del Nord messi insieme”, ha detto Benjamin Netanyahu.
Preoccupazione è stata espressa dalla commissione per l’uso ‘‘estensivo di armi con una vasta capacità di uccidere’‘. Per l’Onu Israele è responsabile di non aver rivisto “la pratica dei raid aerei” nonostante le numerose vittime civili. Una strategia, voluta, forse, dagli alti organi di governo.