I "comandamenti verdi" di Papa Francesco nell'Enciclica Laudato Sì

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L’Enciclica “Laudato Sì” di Papa Francesco raccoglie in duecento pagine il pensiero del Pontefice sulla responsabilità morale degli uomini nella

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L’Enciclica “Laudato Sì” di Papa Francesco raccoglie in duecento pagine il pensiero del Pontefice sulla responsabilità morale degli uomini nella difesa dell’ambiente. Si tratta di “comandamenti verdi” destinati ad influenzare milioni di persone nel mondo.

L’Enciclica si compone di un’introduzione, sei capitoli e due preghiere conclusive.

Di seguito, alcuni estratti:

Il mio appello

“La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale”.

“Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta”.

Capitolo I: Quello che sta accadendo alla nostra casa

“L’esposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio spettro di effetti sulla salute, in particolare dei più poveri”.

“Questi problemi sono intimamente legati alla cultura dello scarto, che colpisce tanto gli esseri umani esclusi quanto le cose che si trasformano velocemente in spazzatura”.

“Mentre la qualità dell’acqua disponibile peggiore costantemente, in alcuni luoghi avanza la tendenza a privatizzare questa risorsa scarsa, trasformata in merce soggetta alle leggi del mercato”.

Il capitolo tratta anche di problemi quali la perdita di biodiversità, il deterioramento della qualità della vita umana, l’inequità e la debolezza delle reazioni da parte della politica a livello internazionale.

Capitolo II. Il Vangelo della creazione

Insieme all’ultimo capitolo, il secondo è il più impregnato di spirito religioso.

“La scienza e la religione, che forniscono approcci diversi alla realtà, possono entrare in un dialogo intenso e produttivo per entrambe”.

“E’ un bene per l’umanità e per il mondo che noi credenti riconosciamo meglio gli impegni ecologici che scaturiscono dalle nostre convinzioni”

Capitolo III. La radice umana della crisi ecologica

“A nulla ci servirà descrivere i sintomi, se non riconosciamo la radice umana della crisi ecologica”.

“Propongo pertanto di concentrarci sul paradigma tecnocratico dominante e sul posto che vi occupano l’essere umano e la sua azione nel mondo”.

Il capitolo contiene paragrafi sulla tecnologia, sulla globalizzazione del potere tecnocratico e sulle conseguenze “dell’antropocentrismo moderno”.

Capitolo IV. Un’ecologia integrale

“Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura”.

“Molte forme di intenso sfruttamento e degrado dell’ambiente possono esaurire non solo i mezzi di sussistenza locali, ma anche le risorse sociali che hanno consentito un modo di vivere che per lungo tempo ha sostenuto un’identità culturale e un senso dell’esistenza e del vivere insieme”.

“Le previsioni catastrofiche ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia. Potremmo lasciare alle prossime generazioni troppe macerie, deserti e sporcizia”.

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Capitolo V. Alcune linee di orientamento e di azione

E’ il capitolo in cui vengono fornite proposte per possibili soluzioni.

“La strategia di compravendita di “crediti di emissione” può dar luogo a una nuova forma di speculazione e non servirebbe a ridurre l’emissione globale di gas inquinanti”.

“Per i Paesi poveri le priorità devono essere lo sradicamento della miseria e lo sviluppo sociale dei loro abitanti”.

“Urgono accordi internazionali che si realizzino, considerata la scarsa capacità delle istanze locali di intervenire in modo efficace”.

“Il crescente problema dei rifiuti marini e della protezione delle aree marine al di là delle frontiere nazionali continua a rappresentare una sfida speciale. In definitiva, abbiamo bisogno di un accordo sui regimi di governance per tutta la gamma dei cosiddetti beni comuni globali”

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“La maggior parte degli abitanti del pianeta si dichiarano credenti, e questo dovrebbe spingere le religioni ad entrare in un dialogo tra loro orientato alla cura della natura, alla difesa dei poveri, alla costruzione di una rete di rispetto e di fraternità”.

Capitolo VI. Educazione e spiritualità ecologica

“Emerge così una grande sfida culturale, spirituale e educativa che implicherà lunghi processi di rigenerazione”.

“Quando siamo capaci di superare l’individualismo, si può effettivamente produrre uno stile di vita alternativo e diventa possibile un cambiamento rilevante nella società”.

“Invito tutti i cristiani a esplicitare questa dimensione della propria conversione”.

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Il testo integrale dell’Enciclica

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