Per Netanyahu è il rispetto di una promessa elettorale. Per palestinesi e ONU un sabotaggio del processo di pace
Si scrive Pisgat Zeev ma si legge nuove abitazioni a Gerusalemme Est: un totale di 77, per cui il governo israeliano ha aperto i bandi d’appalto, anche nell’altro insediamento di Nev Yaakov. Per il premier Netanyahu è il rispetto della promessa elettorale di proseguire nella colonizzazione. Palestinesi e istituzioni internazionali parlano invece di sabotaggio del processo di pace.
Le colonie sono illegali sul piano del diritto internazionale - dice il rappresentante UE, John Gatt-Rutter -. Una minaccia alla soluzione dei due stati
“L’Unione Europea ha una posizione estremamente chiara in proposito – dice il suo rappresentante a Gaza e in Cisgiordania, John Gatt-Rutter – consideriamo le colonie illegali sul piano del diritto internazionale e le reputiamo una minaccia alla soluzione dei due stati. Questo annuncio non fa che continuare a minare la fiducia dei palestinesi”.
Alla vigilia dell’annuncio l’emissario delle Nazioni Unite nel Vicino Oriente, Robert Serry, aveva espresso posizioni simili, definendo la colonizzazione israeliana “illegale” e “incompatibile con la soluzione dei due stati”.
Minaccia in tal senso è in particolar modo rappresentata dal fatto che la città di Gerusalemme è rivendicata anche dai palestinesi come capitale del loro futuro stato. Il proseguimento della colonizzazione lascia supporre una volontà israeliana di imporre uno stato di cose, che finisca per sottrarla di fatto a qualsiasi scambio con la controparte.
It's time Netanyahu recognizes the problem of settlements, writes Rabbi Eric H. Yoffie http://t.co/TKfzpe59FUpic.twitter.com/JCFxDMyL3j
— Haaretz.com (@haaretzcom) 27 Aprile 2015
Proprio il mancato accordo sulla questione degli insediamenti nei territori occupati o conquistati da Israele in seguito alla Guerra dei sei giorni del 1967 è tra i principali punti che un anno fa avevano portato al fallimento dei negoziati di pace.