Riscaldamento globale. L'umanità farà la fine dei dinosauri?

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Di Euronews
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Onde di oltre 10 metri si sono abbattute contro la costa atlantica dell’Europa quest’inverno.

Dal Portogallo alla Francia, senza risparmiare la Spagna, le tempeste si sono scatenate una dopo l’altra, lasciando dietro di sé morti e distruzione.

Oltre Atlantico, l’inverno ha trasformato gran parte degli Stati Uniti in una gigantesca pista di pattinaggio.

Temperature sotto lo zero ne hanno paralizzato l’economia per settimane, coinvolgendo anche gli Stati del sud est, dove l’inverno è generalmente più mite.

Agli antipodi, l’estate australe registrava un caldo record. In Australia, l’ondata di caldo estremo, complice l’attività umana, ha generato incendi che hanno devastato foreste e intere proprietà.

Nel rapporto del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico fatti e analisi sono chiari.

Il suo presidente, Rajendra Pachauri: “Abbiamo valutato l’impatto dei cambiamenti climatici su uomini e continenti, nel momento in cui si verificavano.
Vorrei sottolineare che nessuno su questo pianeta può considerarsi al riparo da questi fenomeni”.

Sempre stando al rapporto, il riscaldamento climatico avrà conseguenze pesanti sulla salute e sui raccolti agricoli in molte regioni del mondo, perché gli episodi di siccità, ad esemipo qui in Russia, saranno più frequenti.

È previsto un aumento della temperatura dallo 0,3 ai 4 fino agli 8 gradi centigradi, entro la fine del secolo.
Circa 200 Paesi si sono impegnati a limitarlo a 2 gradi, ma non sarà semplice.

Uno scienziato dell’Istituto sulla Terra della Columbia University: “Molte misure necessarie per far fronte al surriscaldamento climatico sono difficili da mettere in atto. Richiedono che i Paesi, che hanno già iniziato un dialogo con i propri cittadini, presentino un piano d’azione e dedichino le risorse necessarie per raggiungere l’obiettivo prefisso”.

Il rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico consiglia ai governi di non attendere i grandi accordi sul clima e di prevedere e prepararsi ai cambiamenti climatici. Le inondazioni che hanno colpito il Regno Unito quest’inverno saranno più frequenti.

La parola d’ordine è adattarsi.

È dal tempo dei dinosauri che non avevamo dei cambiamenti climatici di questa portata. Euronews ha raggiunto Daniela Schmidt responsabile per l’Onu del gruppo di ricerca sul cambiamento climatico che ha stilato un rapporto inquietante su questo fenomeno.

Euronews: “Daniela Schmidt il rapporto è estremamente dettagliato. Lei crede che questo finalmente riuscirà a convincere la gente dei rischi legati ai cambiamenti climatici?”

Daniela Schmidt: “Stiamo vedendo le implicazioni, i rischi e l’impatto del fenomeno, sulla popolazione mondiale”.

Euronews: “Però è un fatto che il clima è cangiante da sempre…”

Daniela Schmidt: “Sono una geologa quindi conosco bene i cambiamenti climatici avvenuti in passato. Lei ha ragione. Il clima è cambiato da un’era all’altra. Voglio dire che c‘è stata un’alternanza fra ere glaciali ed ere calde. In passato c‘è stato più calore, ma quello che le nostre scoperte dimostrano, è che è dall’epoca dei dinosauri che non si verificavano cambiamenti di questa portata, in così poco tempo. È l’ampiezza di questi cambiamenti il fatto realmente importante”.

Euronews: “Anche se volessimo chiedere una soluzione ai politici non possiamo dimenticare la guerra in Siria, le dispute territoriali in medioriente e in Ucraina e l’economia globale assai fragile. Lei crede davvero che il problema dei cambiamenti climatici possa avere la priorità e si possano prendere misure?”

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Daniela Schmidt: “C‘è un gran rischio nel non farlo. Lei ha ragione. Abbiamo problemi imminenti, ma molte delle azioni compiute nella storia hanno migliorato il mondo. Come rendere verdi le nostre città o migliorare la qualità dell’acqua ad esempio. Dobbiamo pensare al rischio rappresentato del riscaldamento globale. È un problema su cui si fa pressione sia pensando al rischio del riscaldamento globale che anche per migliorare la nostra vita”.

Euronews: “È un problema globale come Lei afferma. Molto persone si sentono toccate personalmente e dicono in cosa questo mi riguarda esattamente, e cosa posso fare io?”

Daniela Schmidt: “Quello che questo fenomeno può significare per le persone, dipende da dove esse vivono. Si prevede che in Europa l’impatto sarà più forte in termini di inondazioni costiere, fluviali e in ondate di calore. Tutti ricordiamo le altissime temperature che hanno colpito l’Europa nel 2003 e l’impatto avuto sul continente. Inoltre questi cambiamenti interesseranno le nostre infrastrutture, incapaci di sopportare questo calore. Quello che noi possiamo fare e vivere responsabilmente. Risparmiare energia, cambiare il nostro modo di pensare e di consumare, ma soprattutto aumentare la pressione sui politici in modo che cerchino soluzioni su larga scala”.

Euronews: “Quello che sta dicendo insomma è che dobbiamo cambiare le nostre abitudini e il nostro modo di vivere?”

Daniela Schmidt: “Lo stiamo già facendo. Se paragoniamo il mondo con quello che era un secolo fa le cose sono cambate. Cambiare è qualcosa che facciamo costantemente. Non è una cosa così difficile come possiamo credere”.

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