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Usa: Musk lascia l’amministrazione Trump ma resta “al servizio del presidente”

Trump e Musk alla Casa Bianca
Trump e Musk alla Casa Bianca Diritti d'autore  Evan Vucci/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Evan Vucci/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Elon Musk si dimette dall’incarico governativo ma resta vicino a Trump. Intanto alla Casa Bianca si parla di Gaza, dazi contro la Cina e tensioni con l’Iran

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Elon Musk ha annunciato la fine della sua collaborazione formale con l’amministrazione Trump, ma non si tratta di un addio. Lo ha chiarito lo stesso imprenditore in una conferenza stampa alla Casa Bianca al fianco del presidente degli Stati Uniti.

“Mi aspetto di rimanere un amico e un consulente. Se c’è qualcosa che il presidente vuole che io faccia, sono al suo servizio”, ha dichiarato il fondatore di Tesla e SpaceX, oggi anche patron della piattaforma X.

Nel corso della conferenza, Donald Trump ha elogiato Musk definendolo "uno dei più grandi innovatori della nostra epoca", sottolineando il ruolo chiave svolto dal magnate nella riforma dell’apparato federale. Il presidente ha elogiato il suo lavoro come direttore del neonato "Dipartimento per l’efficienza governativa" (Doge), incaricato di snellire la burocrazia statunitense tramite licenziamenti mirati e la chiusura di agenzie ritenute superflue.

Trump consegna a Musk una “chiave d’oro”

Per omaggiare il lavoro svolto, Trump ha consegnato a Musk una simbolica "chiave d'oro", riservata — ha precisato — "solo a persone molto speciali". Il riconoscimento arriva mentre il presidente sottolinea i risultati ottenuti dal Doge: l’annullamento di programmi ritenuti inutili come le iniziative per la diversità del Dipartimento dell’Istruzione, gli alloggi temporanei per migranti a New York e progetti internazionali sul “cambiamento sociale” come quello in Uganda.

Gaza: accordo vicino tra Israele e Hamas, secondo Trump

Tra gli altri temi caldi toccati durante la conferenza, Trump ha affermato che un cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza sarebbe “molto vicino”. Gli Stati Uniti avrebbero presentato una nuova proposta di tregua, già accettata da Israele e attualmente al vaglio del movimento palestinese. “Vi faremo sapere entro oggi o domani”, ha dichiarato il presidente, alimentando le speranze per una de-escalation in un conflitto che ha già provocato migliaia di vittime civili.

Il possibile accordo arriva in un contesto geopolitico sempre più complesso, in cui gli Stati Uniti tentano di riprendere il controllo della narrazione mediorientale. Washington vuole allontanare l’ipotesi di un’espansione del conflitto alla regione, soprattutto in chiave anti-iraniana.

Dazi, Trump accelera con ordini esecutivi, bypassando il Congresso

Sul fronte economico, il presidente ha ribadito la sua linea dura nei confronti della Cina, annunciando nuovi dazi su una serie di prodotti strategici. Trump ha spiegato di aver scelto la via degli ordini esecutivi per evitare lungaggini parlamentari: “C’è grande sostegno per i dazi, ma dobbiamo essere veloci e agili. Altrimenti ci vorrebbero mesi”, ha detto.

La decisione punta a rafforzare la competitività americana in settori come le tecnologie verdi, l’automotive elettrico e la produzione di semiconduttori, settori in cui - tra l'altro - Elon Musk ha forti interessi. La coincidenza tra la strategia economica della Casa Bianca e le aree di investimento di Musk rafforza l’idea che, sebbene non più formalmente coinvolto, l’imprenditore continuerà a esercitare influenza sulla politica nazionale.

Tensione con l’Iran: il dossier resta sul tavolo

Infine, non è mancato un riferimento alle tensioni con l’Iran. Sebbene Trump non abbia fornito dettagli, ha fatto intendere che il Paese resta sotto osservazione, in particolare per quanto riguarda le attività nucleari e i presunti legami con gruppi armati nella regione. La vicenda iraniana, insieme a quella di Gaza, resta una delle priorità della politica estera americana in vista delle prossime elezioni presidenziali.

La conferenza stampa congiunta tra Elon Musk e Donald Trump segna un punto di svolta simbolico ma non operativo. Il fondatore di Tesla lascia l’incarico istituzionale ma resta un interlocutore privilegiato del potere.

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