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Le microplastiche possono alterare il microbioma intestinale causando rischi per la salute

Sulla punta delle dita vengono mostrate piccole particelle di plastica. Le microplastiche sono ancora più piccole
Sulla punta delle dita vengono mostrate piccole particelle di plastica. Le microplastiche sono ancora più piccole Diritti d'autore  Canva
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Di Gabriela Galvin
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I risultati dell'analisi confermano che le minuscole particelle di plastica che entrano nel nostro corpo potrebbero influenzare la nostra salute

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Le microplastiche - ovvero particelle diffuse ovunque nell'ambiente, perfino nell'acqua che beviamo e nell'aria che respiriamo - sono in grado di influenzare la nostra salute intestinale. Ad affermarlo è un nuovo studio scientifico, secondo il quale tali piccolissimi frammenti di plastica possono alterare il microbioma intestinale, ovvero l'ecosistema di batteri, funghi e virus che vivono nel nostro organismo e che aiutano a proteggere dagli agenti patogeni, a stimolare il nostro sistema immunitario, nonché la produzione di vitamine.

Calo significativo dei livelli di pH nei campioni analizzati

In un esperimento condotto su campioni di feci di cinque persone sane, gli scienziati hanno coltivato colture di microbioma in laboratorio e le hanno esposte a cinque tipi comuni di microplastiche a livelli che imitano l'esposizione umana. Le particelle non hanno portato a grandi cambiamenti nella quantità di batteri, ma è stato registrato un calo significativo dei livelli di pH, che secondo i ricercatori indica che ci sono stati cambiamenti nei processi metabolici che permettono a questi microrganismi di riprodursi.

Le differenze batteriche sono variate anche a seconda del tipo di microplastica utilizzata.

"Questi risultati sono significativi se si considera quanto sia pervasiva l'esposizione alle microplastiche nella vita di tutti i giorni", ha dichiarato in un comunicato Christian Pacher-Deutsch, principale autore principale dello studio e ricercatore presso l'università di medicina di Graz, in Austria.

Le microplastiche sono ovunque: anche nel sangue e nel cervello degli esseri umani

Le microplastiche sono state trovate d'altra parte praticamente ovunque, dagli oceani ai suoli, passando per birre e bustine di tè. Ma anche nel sangue, nella saliva, nel fegato, nei reni e perfino nel cervello degli esseri umani. Gli scienziati non sanno con certezza come esse possano influire sulla salute, ma si ipotizza che l'esposizione possa influenzare i sistemi riproduttivo, immunitario e cardiovascolare.

Le ultime scoperte, che non sono ancora state pubblicate su riviste specializzate, si aggiungono a un crescente numero di prove che evidenziano l'incidenza delle microplastiche sul microbioma. Nel nuovo studio, alcuni dei cambiamenti indotti nelle colture sono apparsi simili a modelli legati alla depressione e al cancro colon-rettale.

Tuttavia, sono necessari studi più ampi per confermare il legame e i ricercatori hanno sottolineato che nelle persone, fattori come la dieta, la risposta immunitaria e altre differenze individuali influenzano i risultati: "Anche se è troppo presto per fare affermazioni definitive sulla salute, è noto che il microbioma svolge un ruolo centrale in molti aspetti del benessere, dalla digestione alla salute mentale", ha ricordato Pacher-Deutsch.

Le ipotesi sul perché le microplastiche alterano il microbioma intestinale

I ricercatori non sanno ancora perché le microplastiche alterino il microbioma, ma Pacher-Deutsch ha alcune teorie. Le minuscole particelle potrebbero creare ambienti fisici o chimici migliori per alcuni batteri rispetto ad altri, ad esempio. Oppure le sostanze chimiche contenute nelle microplastiche potrebbero alterare il pH dell'intestino influenzando direttamente il metabolismo batterico, che a sua volta modella la crescita dei batteri e le loro reazioni all'ambiente.

"In questa fase, i modi esatti in cui agiscono rimangono poco chiari", ha dichiarato il ricercatore. Secondo il quale, tuttavia, i risultati confermano l'importanza degli sforzi per limitare l'esposizione delle persone alle microplastiche e ridurre l'inquinamento.

"Ridurre l'esposizione, ove possibile, è una precauzione saggia e importante", ha sottolineato Pacher-Deutsch. I risultati della sua ricerca saranno presentati questa settimana a Berlino, in occasione della riunione annuale del gruppo europeo di gastroenterologia.

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