Potendo votare liberamente e non secondo dettami di partito, l'arco politico britannico si è diviso: 330 hanno votato a favore, 275 contro
Via libera nel Regno Unito alla proposta di legge per l'eutanasia ai "malati terminali". Si è espressa così venerdì la Camera dei Comuni in "seconda lettura", permettendo alla normativa di superare il primo scoglio in Parlamento.
La proposta di legge si chiama "Terminally III Adults End of Life Bill" ed è stata presentata dalla deputata laburista Kim Leadbeater. Nel testo è prevista la possibilità di "morte assistita" per chiunque abbia più di 18 anni e una diagnosi di aspettativa di vita non superiore a sei mesi, previo consenso di due medici curanti e di un giudice.
In Parlamento si è diviso tutto l'arco politico britannico, con 330 voti favorevoli e 275 contrari. Il voto è stato considerato come una questione di coscienza, il che significa che i parlamentari non hanno fatto una scelta secondo le linee di partito, ma hanno potuto votare liberamente.
Ora l'iter verso l'approvazione finale richiederà diversi mesi.
Suicidio assistito: le posizioni dei parlamentari britannici
La questione ha messo in luce profonde divisioni all'interno di partiti politici altrimenti allineati, con la maggior parte dei parlamentari in disaccordo tra loro.
Il primo ministro britannico Keir Starmer ha indicato in passato che sarebbe favorevole alla modifica della legge, ma da quando è stato eletto ha rifiutato di dire come avrebbe votato.
Il segretario alla Sanità Wes Streeting, che probabilmente sarebbe responsabile dell'attuazione della legge se venisse approvata, ha dichiarato che avrebbe votato contro, sostenendo che il sistema di assistenza di fine vita del Regno Unito non è all'altezza del compito di sostenere la legislazione.
Streeting ha sostenuto che la proposta di legge comporterebbe tagli ad altri servizi del Servizio Sanitario Nazionale, già in difficoltà, e si è detto contrario a costringere i medici che altrimenti avrebbero obiezioni etiche a consentire il suicidio assistito.
Si sono formate anche improbabili alleanze politiche, con il conservatore Edward Leigh che si è unito alla politica laburista di sinistra Diane Abbott per opporsi alla legge.
Anche gli ex primi ministri sono divisi, con Boris Johnson e Theresa May che hanno dichiarato che avrebbero votato contro se ne avessero avuto la possibilità. La settimana scorsa David Cameron ha pubblicato un articolo sul Times in cui affermava di aver cambiato idea e di sostenere la legge.
Leadbeater ha affermato che la sua legislazione è solida: solo i maggiorenni possono richiedere il suicidio assistito. Nella sua proposta di legge, le persone devono avere la capacità mentale di scegliere di porre fine alla propria vita e devono fare due dichiarazioni separate sul loro desiderio di morire.
La parlamentare ha inquadrato la questione come simile alla lotta del movimento per il diritto all'aborto delle donne, sostenendo che i malati terminali dovrebbero avere il diritto di scegliere sul proprio corpo.
Il Regno Unito non è l'unico Paese europeo ad aver recentemente preso in considerazione la possibilità di ricorrere al suicidio assistito, con i parlamentari irlandesi che all'inizio di quest'anno hanno approvato un rapporto parlamentare che chiedeva il suicidio assistito.
Austria, Belgio, Canada e alcune parti degli Stati Uniti hanno già legalizzato il suicidio assistito, con normative diverse su chi può accedere alla procedura.