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L'aumento dell'aspettativa di vita è in stallo, rivela un nuovo studio

Anziani in fila a Roma.
Anziani in fila a Roma. Diritti d'autore  Alessandra Tarantino/AP Photo
Diritti d'autore Alessandra Tarantino/AP Photo
Di Euronews Agenzie: AP
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Un nuovo studio rivela che l'aspettativa di vita è in stallo. I ricercatori hanno analizzato cinque Paesi europei, oltre ad Australia, Giappone, Corea del Sud, Hong Kong e Stati Uniti

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Il drastico aumento dell'aspettativa di vita registrato negli ultimi due secoli sta improvvisamente rallentando, rivela un nuovo studio.

I progressi della tecnologia medica e della ricerca genetica, per non parlare del sempre maggior numero di persone che raggiungono i 100 anni, non si stanno traducendo in un netto aumento della durata della vita in generale, secondo i ricercatori. L'aumento della longevità si sta riducendo proprio in quei Paesi che oggi hanno le popolazioni più longeve.

"Dobbiamo riconoscere che c'è un limite e forse rivedere le ipotesi su quando le persone dovrebbero andare in pensione e su quanto denaro avranno bisogno per vivere", ha detto S. Jay Olshansky, ricercatore dell'Università dell'Illinois-Chicago e autore principale dello studio pubblicato lunedì sulla rivista Nature Aging.

Mark Hayward, ricercatore dell'Università del Texas che non ha partecipato allo studio, lo ha però definito "una preziosa aggiunta alla letteratura sulla mortalità".

"Stiamo raggiungendo un plateau nell'aspettativa di vita", ha detto Hayward, "e anche se è sempre possibile che qualche scoperta possa spingere la sopravvivenza a livelli più alti, ora non ne abbiamo".

Cos'è l'aspettativa di vita?

L'aspettativa di vita è una stima del numero medio di anni che un bambino nato in un determinato anno potrebbe vivere, supponendo che i tassi di mortalità in quel momento rimangano costanti.

È una delle misure sanitarie più importanti al mondo, ma è anche imperfetta: è una stima istantanea che non può tenere conto di pandemie mortali, cure miracolose o altri sviluppi imprevisti che potrebbero uccidere o salvare milioni di persone.

Nella nuova ricerca, Olshansky e i suoi partner hanno analizzato le stime dell'aspettativa di vita per gli anni dal 1990 al 2019, ricavate da un database gestito dall'Istituto Max Planck per la ricerca demografica in Germania.

I ricercatori si sono concentrati su otto Paesi in cui si vive più a lungo: Australia, Francia, Italia, Giappone, Corea del Sud, Spagna, Svezia e Svizzera, oltre a Hong Kong e agli Stati Uniti che non rientrano nemmeno nella top 40.

Chi vive più a lungo?

Le donne in genere vivono più a lungo degli uomini e i miglioramenti della loro aspettativa di vita continuano a verificarsi, ma a un ritmo più lento, secondo i ricercatori. Nel 1990, il miglioramento medio era di circa 2,5 anni per decennio, ma è sceso a 1,5 anni nel 2010.

I ricercatori hanno stimato cosa accadrebbe in questi Paesi se tutti i decessi prima dei 50 anni fossero eliminati.

"Nella migliore delle ipotesi l'aumento sarebbe stato di soli 1,5 anni", ha detto Olshansky.

Eileen Crimmins, esperta di gerontologia della University of Southern California, ha detto di essere d'accordo con i risultati dello studio. Secondo l'esperta "la questione più importante è il desolante declino degli Stati Uniti".

Perché l'aspettativa di vita potrebbe non essere in grado di aumentare per sempre

Lo studio suggerisce che "c'è un limite alla durata della vita della maggior parte delle persone e che lo abbiamo quasi raggiunto".

"Stiamo spremendo sempre meno vita da queste tecnologie di prolungamento della vita. E il motivo è che l'invecchiamento è d'intralcio", ha detto Olshansky.

Negli Stati Uniti nel 2019 poco più del 2 per cento delle persone è arrivato a 100 anni, contro il 5 per cento circa del Giappone e il 9 per cento di Hong Kong, ha aggiunto il ricercatore.

È probabile che la schiera dei centenari cresca nei prossimi decenni ma ciò è dovuto alla crescita della popolazione.

La percentuale di persone che raggiungeranno i 100 anni rimarrà limitata, probabilmente con meno del 15 per cento delle donne e del 5 per cento degli uomini - ha detto Olshansky - che raggiungeranno questo traguardo nella maggior parte dei Paesi.

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