Gli scienziati hanno associato i batteri intestinali al disturbo dello spettro autistico
La relazione tra il microbioma intestinale e il disturbo dello spettro autistico (ASD) è sfuggita alle menti più brillanti per oltre 20 anni.
Ma ora una nuova tecnologia offre un raggio di speranza: in uno studio innovativo pubblicato sulla rivista scientifica Nature Neuroscience, gli scienziati affermano di aver stabilito una "associazione definitiva" tra i cambiamenti temporali nella composizione del microbioma intestinale e i sintomi osservabili degli individui con ASD.
Utilizzando un algoritmo innovativo, i ricercatori hanno analizzato decenni di ricerca e hanno confermato un'intricata relazione tra il microbioma intestinale e l'ASD, aprendo la strada a futuri progressi nella terapia e nel trattamento.
L'autismo è una complessa condizione del neurosviluppo caratterizzata da un'ampia gamma di disturbi cognitivi, comportamentali e della comunicazione.
Si tratta di un disturbo dello spettro, il che significa che i sintomi e la gravità variano ampiamente tra gli individui.
Il microbioma intestinale è la comunità di microrganismi - batteri "buoni" e "cattivi" - che risiedono nel nostro tratto digestivo.
Il potenziale legame tra autismo e microbioma è emerso per la prima volta negli anni '90, quando i genitori hanno iniziato a segnalare cambiamenti nel comportamento dei figli autistici quando questi assumevano antibiotici.
La Simons Foundation Autism Research Initiative(SFARI) - un programma di ricerca dedicato a svelare le cause e i meccanismi dell'ASD - ha deciso di agire, assumendo Gaspar Taroncher-Oldenburg, all'epoca uno scienziato indipendente, per "aiutare a fare un'analisi del panorama dei lavori in circolazione sul microbioma e l'autismo", ha dichiarato John Spiro, vicepresidente senior e scienziato senior della SFARI.
Un nuovo approccio al puzzle autismo-microbioma
È inoltre ampiamente ipotizzato che il sistema immunitario svolga un ruolo significativo nello sviluppo dell'ASD.
Un team eterogeneo di 43 esperti provenienti da tutto il mondo è stato riunito per rianalizzare 25 serie di dati pubblicati in precedenza, contenenti informazioni sul microbioma.
Gli scienziati hanno dedicato quasi un anno all'accesso, alla pulizia e alla cura dei dati, che hanno determinato la scelta finale.
È importante notare che con ogni serie di dati e l'aiuto di algoritmi nuovi e sofisticati, il team ha identificato le coppie meglio assortite di individui autistici e neurotipici - individui senza autismo - in termini di età e sesso, poiché questi sono i "due principali fattori di confondimento" nello studio del microbioma e dell'autismo.
Le ricerche suggeriscono che l'autismo è circa 4,2 volte più diffuso nei ragazzi che nelle ragazze.
Lo studio ha rivelato "una connessione tra il microbioma e vari geni immunitari", oltre a "connessioni con il microbioma e la dieta", molti dei quali sono "legati a percorsi neurologici e neurotrasmettitori putativi, fondamentali per la segnalazione cerebrale".
C'è stata anche "un'enorme sovrapposizione inaspettata" tra i microbi associati all'autismo e quelli identificati in un recente studio a lungo termine sul trapianto di microbiota fecale (FMT), che ha suggerito benefici a lungo termine sui sintomi dell'autismo e sul microbiota intestinale attraverso la terapia di trasferimento del microbiota.
Il nuovo studio di valutazione dimostra una correlazione statistica tra microbioma alterato e autismo, ma la direzione della causalità non è ancora chiara.