L’Ue valuta un prestito di emergenza per sostenere l’Ucraina, ma il Belgio blocca la proposta chiedendo garanzie sui fondi russi. Lo scandalo Yermak e le tensioni politiche complicano la strada ai finanziamenti
I leader dell’Unione europea stanno valutando una soluzione di emergenza per sostenere l’economia ucraina, dopo che il Belgio ha alzato le richieste per sbloccare un prestito destinato alla ricostruzione e alle necessità militari di Kiev.
La proposta prevede che l’Ue raccolga fondi sui mercati per fornire all’Ucraina una sovvenzione a fondo perduto, in modo da garantire liquidità immediata nel 2026, dando tempo ai governi di risolvere le difficoltà legate all’utilizzo dei beni immobilizzati della Banca centrale russa.
Gran parte di questi asset, circa 185 miliardi di euro, è custodita presso Euroclear a Bruxelles, facendo del Belgio un attore centrale nella decisione.
Tuttavia, il primo ministro belga Bart De Wever ha definito il prestito “fondamentalmente sbagliato”, chiedendo garanzie legali e finanziarie che coprano ogni rischio, dagli interessi potenziali alla possibilità che la Russia recuperi i fondi in caso di contenzioso.
Queste condizioni rendono difficile ottenere l’approvazione del Belgio entro il vertice di dicembre e complicano il percorso verso un accordo comune, considerando anche la ferma opposizione di alcuni Paesi, come l’Ungheria. L’ipotesi di un finanziamento ponte, sostenuto da garanzie nazionali o dal bilancio dell’Ue, appare sempre più probabile per evitare un’interruzione degli aiuti a Kiev, che attende nuovi finanziamenti entro il secondo trimestre del 2026.
A complicare il quadro politico, De Wever ha avvertito che spingere il prestito di riparazione potrebbe interferire con eventuali negoziati di pace sostenuti dagli Stati Uniti, sottolineando i rischi di una gestione frettolosa dei beni russi. La tensione aumenta mentre Mosca fa sapere che qualsiasi utilizzo dei fondi potrebbe essere considerato un “furto di proprietà” e minaccia contromisure.
Lo scandalo di corruzione che ha portato alle dimissioni del capo dello staff del presidente Zelensky, Andriy Yermak, ha ulteriormente complicato la situazione, anche se i diplomatici europei ribadiscono che gli aiuti all’Ucraina non dovrebbero dipendere dalle vicende interne ucraine.
La Commissione europea cerca di mantenere l’equilibrio, rispondendo alle preoccupazioni del Belgio e degli altri Paesi membri, ma senza scavalcare apertamente gli ostacoli legali. L’esito del vertice di dicembre sarà determinante per decidere se l’Ue riuscirà a fornire rapidamente nuovi fondi a un Paese al centro del conflitto russo-ucraino e in difficoltà finanziaria.