Un documento trapelato rivela il ruolo cruciale della Germania come hub logistico della Nato in caso di guerra, con fino a 800.000 truppe in transito. Tra infrastrutture obsolete, minacce di sabotaggio e timori di un attacco russo entro il 2029, Berlino accelera sulla difesa nazionale
Un piano operativo riservato della Bundeswehr, trapelato di recente dalla Germania, delinea uno scenario in cui il Paese diventerebbe il principale hub logistico della Nato in caso di guerra in Europa. A causa della sua posizione geografica centrale, quasi tutti i rinforzi dell’Alleanza dovrebbero attraversare il territorio tedesco.
Il documento, denominato Piano Operativo Germania (Oplan Deu), prevede il transito attraverso il territorio tedesco di fino a 800.000 soldati della Nato in caso di crisi. Si tratta del piano militare che stabilisce come la Germania debba essere difesa in un contesto di conflitto, coordinando competenze civili e militari e definendo le responsabilità necessarie alla difesa nazionale e collettiva.
Secondo il Wall Street Journal, l'Oplan Deu è un documento classificato di circa 1.200 pagine, redatto due anni e mezzo fa nella caserma Julius Leber di Berlino e ora in fase di piena attuazione. L'obiettivo è garantire che in caso di emergenza le decisioni politiche vengano prese rapidamente, in conformità con la Costituzione tedesca, e che la risposta militare sia immediata.
La Bundeswehr sottolinea che il piano serve ad adattare la “capacità di partenza a freddo, la prontezza bellica e la resilienza” della Germania alle nuove minacce alla sicurezza europea. L’approccio è definito “olistico”: un modello che richiama la struttura difensiva della Guerra Fredda ma aggiornato alle sfide moderne, come infrastrutture obsolete, mancanza di personale e lentezze burocratiche.
Infrastrutture inadeguate e criticità operative
Proprio queste fragilità, però, sembrano ostacolare l’applicazione pratica del piano. Secondo il Wall Street Journal, ponti deteriorati, tunnel troppo stretti, porti inadeguati, ritardi amministrativi e insufficiente cooperazione tra autorità civili e militari rendono difficile garantire un rapido dispiegamento delle truppe.
Le difficoltà sono emerse chiaramente durante l’esercitazione “Red Storm Bravo”, condotta a fine settembre nella città di Amburgo, Germania settentrionale. Un convoglio Nato che avrebbe dovuto muoversi senza soste è stato rallentato da problemi operativi: distanze irregolari tra i veicoli, presunti droni ostili e proteste simulate. Risultato: appena dieci chilometri percorsi in due ore.
Gli analisti avvertono che ostacoli simili, riprodotti in uno scenario reale, potrebbero compromettere la risposta dell’Alleanza.
Il ruolo del settore privato e la minaccia dei sabotaggi
Il piano tedesco attribuisce un ruolo centrale anche alle aziende private. Colossi come Rheinmetall sono incaricati di allestire campi temporanei, rifornire le truppe e creare infrastrutture mobili - dalle docce alle cucine da campo - per sostenere eventuali movimenti militari su larga scala.
Tra le minacce più serie prese in considerazione c’è il sabotaggio, soprattutto contro infrastrutture critiche come linee ferroviarie e autostrade. Episodi simili sono già stati registrati in Europa e attribuiti a “agenti usa e getta”.
Per contrastare queste minacce, il piano prevede un uso esteso dei droni per monitorare porti, strade e ferrovie. Tuttavia, in Germania persistono limiti normativi: molti droni militari non possono sorvolare aree urbane e devono essere dotati di luci di posizione, complicando il loro impiego in scenari di sicurezza.
Tensione in aumento e timori per il futuro
Secondo diverse valutazioni dei servizi tedeschi, la Russia potrebbe essere in grado di attaccare uno Stato membro della Nato già dal 2029. Sabotaggi, episodi di spionaggio e incidenti nei Paesi dell’Europa orientale sarebbero segnali preoccupanti.
Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius (Spd), in un’intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, ha avvertito che Mosca sta accelerando il riarmo nonostante la guerra in Ucraina. Pistorius ha anche ipotizzato che la finestra temporale per un possibile attacco potrebbe persino anticiparsi al 2028.
«Alcuni storici militari ritengono che potremmo aver già vissuto l’ultima estate di pace», ha dichiarato il ministro.
Mentre le tensioni aumentano sul fronte orientale, l’Europa prepara i propri sistemi di difesa. E per la Germania - cuore geografico e logistico del continente -l’Oplan Deu potrebbe diventare un tassello decisivo nella sicurezza dell’intera Nato.