Secondo i nuovi dati Eurostat, i Paesi dell'Ue meridionali e la Francia registrano i tassi più elevati di disoccupazione a lungo termine, colpendo maggiormente i migranti, le persone con disabilità, i giovani e le persone con un livello di istruzione inferiore
La disoccupazione di lunga durata resta una delle fragilità più persistenti del mercato del lavoro europeo. Secondo gli ultimi dati diffusi da Eurostat, tra i 13 milioni di disoccupati presenti oggi nell’Unione, 4,2 milioni cercano lavoro da almeno un anno, una condizione che espone individui e famiglie a rischi crescenti di povertà, stress psicologico e isolamento sociale.
La geografia del fenomeno riflette ancora una forte frattura tra nord e sud Europa.
La Grecia registra il tasso più elevato, con il 5,4 per cento della popolazione attiva in cerca di lavoro da lungo tempo. Seguono Spagna (3,8 per cento) e Slovacchia (3,5 per cento), mentre all’estremo opposto si collocano Paesi Bassi (0,5 per cento), Malta (0,7 per cento) e diverse regioni di Repubblica Ceca, Danimarca e Polonia, tutte ferme allo 0,8 per cento.
Se si scende nel dettaglio regionale, a emergere con particolare evidenza sono alcune aree dell’Europa meridionale e le regioni ultraperiferiche della Francia. Melilla e Ceuta, le enclave spagnole sulla costa marocchina, segnano tassi allarmanti rispettivamente del 16,3 per cento e 15,8 per cento, i più alti dell’intera Unione. La Guadalupa, nei Caraibi francesi, è l’unica altra regione Ue a raggiungere la doppia cifra, fermandosi all’11,4 per cento.
Anche l’Italia meridionale continua a mostrare criticità marcate: Campania (9,9 per cento), Calabria (8,3 per cento) e Sicilia (8,0 per cento) restano ai livelli più elevati del Paese e fra i più alti d’Europa.
All’opposto, alcune aree della Repubblica Ceca e dei Paesi Bassi registrano il tasso di disoccupazione di lunga durata più basso dell’Ue: Praha, Střední Čechy, Utrecht e Noord-Brabant si attestano allo 0,4 per cento, numeri che riflettono un mercato del lavoro dinamico e un forte tessuto produttivo.
In totale, 52 regioni europee hanno un tasso inferiore all’1 per cento, concentrate soprattutto nel Belgio settentrionale, nella Repubblica Ceca, in Danimarca, nell’Ungheria nord-occidentale, nei Paesi Bassi, in Austria, in Polonia e a Malta.
Quali sono i gruppi più vulnerabili alla disoccupazione di lunga durata?
La disoccupazione di lunga durata danneggia gli individui, le loro famiglie e la società, portando a povertà, alti livelli di stress, bassa autostima, disfunzioni familiari e depressione.
Secondo la rete europea di chiese e Ong cristiane Eurodiaconia, alcuni gruppi rimangono sproporzionatamente a rischio, come le persone con background migratorio, i disabili, i giovani e le persone con un livello di istruzione inferiore.
Il tasso di disoccupazione tra le persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni è del 14,9 per cento, con un aumento dello 0,4 per cento a partire dal 2023.
"I giovani che rimangono al di fuori dell'istruzione e dell'occupazione per periodi prolungati possono rischiare di diventare disoccupati a lungo termine a causa dell'erosione delle competenze, della perdita di fiducia e dell'indebolimento delle reti sociali e professionali", ha dichiarato Eurodiaconia nel rapporto "Approcci innovativi per affrontare la disoccupazione di lunga durata".
Anche Eurostat ha registrato risultati simili, scoprendo che i tassi per le persone con livelli di istruzione inferiori (11,8 per cento), istruzione secondaria generale (8,1 per cento) e migranti (10,5 per cento) superano il tasso di disoccupazione generale.