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Cos'è lo "scudo europeo per la democrazia" voluto dalla Commissione di Bruxelles

La plenaria di apertura del neoeletto Parlamento europeo a Strasburgo, martedì 16 luglio 2024
La plenaria di apertura del neoeletto Parlamento europeo a Strasburgo, martedì 16 luglio 2024 Diritti d'autore  AP Photo/Jean-Francois Badias
Diritti d'autore AP Photo/Jean-Francois Badias
Di Romane Armangau
Pubblicato il
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La Commissione europea presenta il suo "scudo per la democrazia" per difendere l'Ue dalla disinformazione e dalle ingerenze straniere. Ma il progetto suscita dubbi

La Commissione europea ha presentato mercoledì il suo nuovo "scudo per la democrazia", una tabella di marcia per proteggere meglio i sistemi democratici e i processi elettorali dalle interferenze straniere e dai casi di manipolazione dell'informazione, anche all'interno della stessa Ue.

Al centro di questa strategia ci sono le accuse mosse alla Russia e ai suoi "proxy governativi o non governativi", che per oltre un decennio si ritiene abbiano condotto campagne di destabilizzazione online in tutta Europa.

Questi sforzi sono stati amplificati dal rapido sviluppo di nuove tecnologie che rendono le fake news più convincenti e la loro diffusione più virale. Le recenti elezioni hanno dimostrato quanto le campagne online possano essere dannose per i processi democratici.

Lo scorso dicembre, in Romania, le elezioni presidenziali sono state invalidate dalla Corte costituzionale dopo che i rapporti dei servizi di intelligence hanno rivelato il coinvolgimento proprio di Mosca in pratiche volte a influenzare gli elettori attraverso una campagna di propaganda a favore del candidato ultranazionalista Calin Georgescu.

Nel frattempo, in Moldavia, un Paese candidato ad entrare nell'Ue, le piattaforme dei social media sono state riempite di false informazioni nel periodo precedente alle elezioni parlamentari di settembre. Guidati dall'intelligenza artificiale, i bot sono stati impiegati per inondare di commenti i post che deridevano l'Ue e il partito pro-europeo prima del voto.

Che cos'è lo "scudo democratico" di Bruxelles?

"La nostra Europa potrebbe morire", ha avvertito il presidente francese Emmanuel Macron durante un discorso alla Sorbona nell'aprile 2024: una preoccupazione che l'Unione europea vuole affrontare. La Commissione spiega che lo scudo democratico "non è solo necessario per preservare i valori europei, ma anche per garantirne la sicurezza e salvaguardarne l'indipendenza, la libertà e la prosperità".

Nel documento, che consta di trenta pagine, l'organismo esecutivo di Bruxelles ha esposto il suo piano. Nonostante la forte retorica, però, l'iniziativa è accompagnata da poche misure concrete. Il fulcro dello scudo per la democrazia è la creazione di un Centro europeo per la resilienza democratica. Il suo scopo sarà quello di identificare le operazioni di destabilizzazione, condividere le competenze degli Stati membri e coordinare il lavoro delle reti di fact-checking già istituite dalla Commissione.

Tuttavia, la partecipazione a questo centro è soltanto volontaria per i membri. L'europarlamentare francese Nathalie Loiseau (Renew Europe), che dirige il comitato Democracy Shield, ritiene che la Commissione avrebbe dovuto spingersi oltre: "C'è una certa timidezza in questo progetto. Ma è vero che alcuni poteri rimangono nazionali e che l'Unione europea non può imporsi", ha dichiarato Louiseau a Euronews.

"Ricordiamoci però che, proprio come nel caso delle piattaforme online - per le quali la Commissione ha fatto a lungo affidamento sulla loro buona volontà per poi rendersi conto che non esisteva - è tempo di costruire qualcosa che protegga veramente gli individui, i cittadini europei, anche contro gli Stati che cercano di minare la democrazia".

La Commissione stessa ha posto un forte accento sull'inclusione dei Paesi candidati all'ingresso nell'Ue in questo piano, ma potenzialmente "potrebbe essere prevista anche una cooperazione con partner che condividono le stesse idee. Questo è un aspetto che svilupperemo nel periodo a venire", ha dichiarato ai giornalisti il Commissario europeo per la democrazia e lo Stato di diritto Michael McGrath.

Quest'ultimo, responsabile del dossier, ha anche spiegato che la natura del centro evolverà in futuro, "poiché le minacce che dovrà affrontare sono in costante evoluzione". La Commissione ha anche proposto di "istituire una rete volontaria di influencer per sensibilizzare sulle norme Ue pertinenti e promuovere lo scambio di buone pratiche", per responsabilizzare chi partecipa alle campagne politiche.

Grandi promesse, piccole risorse

Tuttavia, sia le misure specifiche che il loro finanziamento rimangono poco chiari. "Devono esserci i fondi per farlo davvero, altrimenti finisce per essere solo aria fritta", ha dichiarato a Euronews Omri Preiss, direttore generale dell'organizzazione Alliance4Democracy.

Pur riconoscendo che si tratta di un passo importante, ha sottolineato che il governo russo spende una cifra stimata tra i due e i tre miliardi di euro all'anno per queste operazioni di influenza, mentre "l'Ue non sta facendo nulla di equivalente". L'assegnazione dei fondi dipenderà poi dall'esito della discussione sul bilancio della Commissione, attualmente in fase di trattativa.

Per Loiseau, proteggere la democrazia significa che la Commissione deve prima applicare le regole che ha adottato per regolare la sua sfera online. "Temo che la mano di Ursula von der Leyen abbia tremato, perché quello a cui stiamo assistendo oggi è, ovviamente, una massiccia interferenza russa", ha detto.

"Ma c'è anche il comportamento di piattaforme come TikTok che solleva molti interrogativi. E, ancor più, la collusione tra l'amministrazione statunitense e le piattaforme americane", ha aggiunto l'europarlamentare francese. Secondo la quale "su questo fronte, sembra che von der Leyen abbia difficoltà a fare il passo successivo. Ci ha detto che attuerà la normativa che abbiamo adottato e me lo auguro. Ma dobbiamo andare oltre".

Le normative europee e l'oligopolio dei colossi tecnologici statunitensi

Sono già state adottate diverse regole volte a proteggere i processi elettorali. Dal 2023, la legge sui servizi digitali richiede una maggiore trasparenza negli algoritmi che propongono contenuti agli utenti, e include disposizioni per ridurre i rischi di manipolazione politica.

Nel frattempo, la legge sull'intelligenza artificiale, adottata lo scorso anno, impone l'etichettatura dei deep fake. L'European Media Freedom Act, entrato in vigore quest'estate, è stato concepito per garantire maggiore trasparenza e libertà dei media in tutta l'Ue.

Tuttavia, la pressione dei colossi tecnologici statunitensi sostenuti dall'amministrazione Trump è forte. E le sanzioni devono ancora arrivare, nonostante i gravi sospetti di manipolazione delle informazioni e di interferenza.

"Queste regole riflettono la volontà di coloro che ci hanno eletto. Farle rispettare è il primo passo per costruire uno scudo per la democrazia", ha dichiarato il gruppo centrista Renew al Parlamento europeo. "È imperativo garantire che lo European Media Freedom Act sia pienamente attuato in tutta l'Unione europea", ha scritto il gruppo in una lettera al Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

"Le azioni saranno gradualmente attuate entro il 2027", ha dichiarato il Commissario McGrath. Quest'anno sarà un test decisivo per la resistenza dello Scudo nella guerra dell'informazione, poiché i cittadini dei principali Stati membri dell'Ue - in particolare Francia, Italia e Spagna - si recheranno alle urne.

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