Secondo una ricerca le grandi aziende tecnologiche spendono circa 151 milioni euro all’anno in attività di lobbying a Bruxelles, un aumento di oltre il 50 per cento rispetto a quattro anni fa. A guidare la classifica Meta, Microsoft e Apple
L’industria della tecnologia spende circa 151 milioni di euro all’anno in attività di lobbying a Bruxelles, un aumento di oltre il 50 per cento rispetto a quattro anni fa, secondo una ricerca pubblicata mercoledì dalle ong Corporate Europe Observatory (Ceo) e Lobby Control.
Tra le aziende che investono maggiormente figurano Meta, che dichiara circa 10 milioni di euro, seguita da Microsoft e Apple, con circa 7 milioni di euro ciascuna.
Al contempo, la legislazione tecnologica della Ue — tra cui il regolamento sull’intelligenza artificiale (AI Act) e le norme per le piattaforme digitali — è sotto pressione da parte dell’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump e delle stesse aziende tech, che sostengono che tali normative siano troppo restrittive e ostacolino l’innovazione.
A febbraio, il vicepresidente Usa Jd Vance ha dichiarato che “in Europa la libertà di parola è in ritirata” ead agosto il segretario di Stato Marco Rubio ha invitato i diplomatici a minare il Digital Services Act dell’Ue.
“Nell’ultimo anno, i gruppi di pressione dell’industria tecnologica hanno utilizzato i loro ricchi budget per spingere in modo aggressivo verso la deregolamentazione delle norme digitali dell’Ue”, scrivono le due ong, aggiungendo che le Big Tech hanno in media più di un incontro di lobby al giorno con i funzionari della Commissione europea.
Le pressioni ricevute hanno generato un dibattito sulla possibile sospensione dell’AI Act, normativa che punta a regolamentare i sistemi di intelligenza artificiale secondo i rischi che comportano per la società, passando da un’applicazione minima a una maggiore conformità per sistemi ad alto rischio e addirittura divieti.
La Commissione europea ha dichiarato che non sta valutando la possibilità di “fermare l’orologio” o sospendere le fasi di attuazione delle norme sull’IA. Tuttavia, il prossimo pacchetto di semplificazione digitale, previsto per metà novembre, include un possibile alleggerimento degli oneri per le aziende soggette all’AI Act.
Chi spende di più a Bruxelles tra le Big Tech
La ricerca, basata su dati pubblici del Registro per la trasparenza dell’Ue, mostra che 10 attori principali — Meta, Microsoft, Apple, Amazon, Qualcomm, Google, Digital Europe, Telefónica, Intel e Samsung — rappresentano 49 milioni di euro della spesa totale, rispetto ai 40 milioni di euro di due anni fa.
Tra le aziende che hanno aumentato sensibilmente i budget figurano Amazon (+4,2 milioni euro), Microsoft e Meta (+2 milioni ciascuna), e il gruppo Digital Europe (+1,2 milioni di euro), lobby che raccoglie molte delle aziende tech più influenti.
Bram Vranken, ricercatore del Corporate Europe Observatory, ha definito “estremamente allarmante” l’aumento della potenza di fuoco dell’industria tecnologica.
“La Commissione dovrebbe raddoppiare l’impegno per far rispettare le sue regole digitali, non piegarsi ai potenti interessi delle aziende”, ha dichiarato Vranken.
Nel corso dell’estate i legislatori dell’Ue hanno chiesto alla Commissione e alla responsabile per la Tecnologia, Henna Virkkunen, di reagire alle minacce di Trump di imporre dazi doganali ai Paesi le cui normative tecnologiche avrebbero danneggiato le aziende statunitensi.
Alcuni europarlamentari hanno dichiarato a Euronews di essere insoddisfatti della reazione della commissaria dopo le dichiarazioni di Trump, dal momento che non avrebbe mostrato rispetto per le aziende europee ma solo per l'America.
Un portavoce della Commissione ha difeso Virkkunen all’epoca, affermando che “si opporrà a tutte le affermazioni infondate, lo ha fatto e continuerà a farlo”.