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Minacce informatiche e disinformazione: questa è la guerra moderna

foto di archivio/ Esercito ucraino
foto di archivio/ Esercito ucraino Diritti d'autore  Oleg Petrasiuk/Ukrainian 24th Mechanized brigade
Diritti d'autore Oleg Petrasiuk/Ukrainian 24th Mechanized brigade
Di Foteini Doulgkeri
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Le minacce informatiche in ambito geopolitico assumono due forme: una riguarda lo spionaggio e l'altra gli attacchi alle infrastrutture critiche, come quelle del settore energetico o degli aeroporti

Per decenni la sicurezza nazionale è dipesa da eserciti e diplomazia. Oggi, invece, la difesa degli Stati passa sempre più da persone che combattono davanti a uno schermo. Non servono divise, ma competenze informatiche e sistemi avanzati per contrastare un nemico invisibile.

Nel mondo interconnesso, la cybersecurity non è più un settore separato: è diventata sinonimo di sicurezza tout court. "Tutto ciò che usiamo è connesso a Internet: se consideriamo la cybersecurity qualcosa di separato, abbiamo già perso la partita", ha affermato Michael Bletsas, direttore dell’Autorità nazionale per la sicurezza informatica, durante il Cyber Security Forum di Atene.

Negli ultimi anni le minacce informatiche si sono moltiplicate e diversificate. Oggi non colpiscono solo le grandi aziende, ma anche pubbliche amministrazioni, servizi essenziali e infrastrutture critiche. I rischi vanno dallo spionaggio ai cyberattacchi che puntano a bloccare centrali elettriche o sistemi di trasporto.

L’invasione russa dell’Ucraina ha accelerato la corsa al cyberspionaggio e alle operazioni digitali su scala globale. Allo stesso tempo, campagne di disinformazione e manipolazione mirano a influenzare l’opinione pubblica e a destabilizzare i processi democratici.

Forum sulla sicurezza informatica/Atene
Forum sulla sicurezza informatica/Atene euronews

I Paesi europei restano esposti anche a questo tipo di minacce: una larga parte dei cittadini si informa principalmente sui social network, terreno fertile per campagne di disinformazione e fake news.

In questo contesto, l’intelligenza artificiale è diventata un’arma a doppio taglio: utile ai difensori, ma ancora più potente per gli aggressori. Rende gli attacchi più rapidi, difficili da individuare e convincenti, facilitando truffe e violazioni.

Gli esperti avvertono che i governi europei devono muoversi più velocemente. Le procedure lente e la burocrazia rendono difficile reagire in tempo a minacce che evolvono in poche ore.

La sfida è globale e urgente: ripensare la sicurezza come un ecosistema unico, che unisce difesa, tecnologia e cultura digitale. Solo così l’Europa potrà proteggere le sue infrastrutture e la sua democrazia da una guerra invisibile, ma sempre più reale.

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