Visita del premier ungherese Viktor Orbán a Roma per incontrare Papa Leone XIV e Giorgia Meloni. Al centro dei colloqui la guerra in Ucraina e i rapporti bilaterali tra i due Paesi. Davanti a Palazzo Chigi, il flash mob di protesta di +Europa contro la presenza del premier nella capitale
La visita del premier ungherese arriva a pochi mesi dalle prossime elezioni politiche in Ungheria, che si preannunciano “difficili” per Viktor Orbán.
Accompagnato dal vicepremier e dalla famiglia, il primo ministro è stato ricevuto nella mattinata di lunedì Papa Leone XIV in udienza privata, per poi recarsi nel primo pomeriggio a Palazzo Chigi, dove è stato ricevuto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
La guerra in Ucraina al centro dei colloqui di Orbán a Roma
In un post su Facebook, Orbán aveva anticipato i temi della visita.
“Il mondo si sta lentamente abituando alle guerre. Se non facciamo nulla, prima o poi le fiamme raggiungeranno anche il nostro Paese. Se vogliamo preservare la pace in Ungheria", aveva scritto il premier ungherese, "non possiamo nuotare con la corrente mainstream di Bruxelles”.
Proprio sugli sforzi dell’Ungheria per porre fine al conflitto, il premier aveva detto di volere riferire sia al Santo Padre sia alla presidente Meloni.
Come già avvenuto in passato con Papa Francesco, anche durante l’udienza di lunedì Orbán ha ribadito la posizione di Budapest, contraria al prolungamento della guerra in Ucraina.
Ungheria: “Le sanzioni contro la Russia sono un errore”
Parlando alla stampa italiana durante la visita, Orbán leader dell'unico paese dell'Unione che ha mantenuto rapporti stretti con Mosca, ha riaffermato la sua linea critica nei confronti delle sanzioni contro la Russia, definendole “un errore dal punto di vista ungherese”.
Il premier ha spiegato che l’Ungheria, fortemente dipendente dal petrolio e dal gas russi, rischia di pagare un prezzo economico altissimo per le misure imposte da Washington. Il premier ha aggiunto di volere discutere direttamente con Donald Trump una possibile via d’uscita che garantisca la sostenibilità energetica del Paese.
Allargando lo sguardo al contesto europeo, Orbán ha accusato l’Unione di “essere fuori dai giochi” e di avere rinunciato al proprio ruolo nel conflitto, lasciando agli Stati Uniti e alla Russia la gestione della guerra in Ucraina.
Flussi migratori e Safe tra i temi discussi con Meloni
In una nota diffusa al termine dell’incontro, Palazzo Chigi ha reso noto che i colloqui hanno avuto lo scopo di affrontare sia i temi legati alle relazioni bilaterali tra Italia e Ungheria, sia questioni di attualità internazionale.
Oltre alla guerra in Ucraina, si è discusso anche della situazione in Medio Oriente, dei flussi migratori, dell’agenda europea e dello strumento Safededicato agli investimenti industriali, con l’obiettivo di rafforzare le sinergie tra i due Paesi.
Prima dell’arrivo di Orbán a Palazzo Chigi, gli esponenti di +Europa hanno organizzato un flash mob per protestare contro la visita del premier ungherese. Durante la manifestazione sono stati esposti cartelli con slogan come “Orbán you are not welcome” e “Questa non è la nostra Europa”, per criticare le posizioni del leader e il suo atteggiamento verso Mosca.
Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha accusato Orbán di essere il principale alleato di Putin in Europa e di aver usato i fondi dell’Unione Europea per indebolire la democrazia nel suo Paese.
Ha inoltre criticato Giorgia Meloni per il suo apprezzamento del diritto di veto in sede europea, sostenendo che favorisca un’Europa più debole e meno capace di reagire alle crisi politiche e internazionali.