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Cina e Stati Uniti si dicono vicini a un accordo commerciale

I presidenti di Stati Uniti e Cina, Donald Trump e Xi Jinping, in un'immagine del 2017
I presidenti di Stati Uniti e Cina, Donald Trump e Xi Jinping, in un'immagine del 2017 Diritti d'autore  Andy Wong/Copyright 2017 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Andy Wong/Copyright 2017 The AP. All rights reserved
Di Andrea Barolini
Pubblicato il
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Dopo due giorni di negoziati a Kuala Lumpur, in Malesia, da Washington e Pechino si manifesta ottimismo su un possibile accordo commerciale. La decisione finale è attesa per giovedì, in occasione di un incontro tra i presidenti Donald Trump e Xi Jinping

Stati Uniti e Cina hanno annunciato di aver raggiunto un accordo di massima che dovrebbe permettere di evitare la prosecuzione della guerra commerciale tra i due Paesi. Domenica 26 ottobre, al termine di due giorni di discussioni nella capitale della Malesia, Kuala Lumpur, i negoziatori delle due potenze economiche hanno affermato di aver concluso i lavori, in vista di un prossimo incontro tra i presidenti Donald Trump e Xi Jinping, previsto a questo punto per giovedì.

Gli Stati Uniti parlano di discussioni costruttive e distese

“Posso descrivere le discussioni come costruttive, distese e profonde. Il che ci fornisce la possibilità di effettuare passi avanti, prima del vertice, in un contesto molto positivo”, ha dichiarato il segretario al Tesoro di Washington, Scott Bessent. “Gli Stati Uniti sono stati netti nel far valere le loro posizioni e la Cina decisa nel difendere i propri interessi e i propri diritti”, ha commentato da parte sua Li Chenggang, vice-ministro del Commercio cinese.

Dopo l’imposizione di dazi reciproci da parte dell’amministrazione guidata da Trump e del governo di Pechino, si è dunque giunti a un probabile compromesso che dovrebbe accontentare entrambi i Paesi. Un risultato che appare positivo anche alla luce della decisione della Casa Bianca, assunta a fine settembre, di inserire una serie di aziende cinesi nella blacklist di quelle nei confronti delle quali si applica un divieto di attività commerciali.

Trump: “Vogliono un accordo, e anche noi lo vogliamo”

“Vogliono un accordo, e anche noi lo vogliamo”, ha commentato domenica lo stesso Trump, confermando di fatto i passi avanti effettuati nel corso dei negoziati. D’altra parte, per gli Stati Uniti la questione è di particolare importanza, dal momento che la Cina rappresenta ad esempio una fonte fondamentale di terre rare, materiali necessari per numerosissime produzioni, comprese quelle legate all’informatica.

È certo che tali materie prime siano state oggetto di discussione in Malesia, ma i contorni dell’ormai probabile accordo non sono stati ancora svelati. Si parla però della possibile sospensione per un anno delle restrizioni imposte da Pechino sulle proprie esportazioni, in vista di una rivalutazione da effettuare nei prossimi mesi.

Terre rare, soia e fentanyl nel possibile accordo Cina-Stati Uniti

Altro elemento-chiave dei negoziati è quello legato alla soia: la Cina aveva imposto una diminuzione delle importazioni, al fine di esercitare pressione su un comparto, quello agricolo, che rappresenta una delle principali basi elettorali di Trump.

Infine, da Pechino si parla di un accordo a portata di mano anche sulla questione del fentanyl, oppioide sintetico più potente dell'eroina diventato una delle principali cause di overdose negli Stati Uniti, responsabile di decine di migliaia di vittime ogni anno, e sul quale Trump ha imposto dazi doganali.

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