La Commissione europea avverte Washington: qualsiasi dazio punitivo contro la Spagna violerebbe l’accordo commerciale Ue-Usa. Il botta e risposta arriva dopo le critiche di Trump sulle spese per la difesa
La Commissione europea ha dichiarato mercoledì che la Spagna sarà protetta da qualsiasi tentativo del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di imporre tariffe commerciali punitive.
Le parole di Bruxelles arrivano dopo che Trump ha ventilato la possibilità di “punire” Madrid per non aver rispettato l’obiettivo del5 per cento del Pil da destinare alla difesa, fissato nell’ultimo vertice della Nato.
“Risponderemo in modo appropriato, come facciamo sempre, a qualsiasi misura presa contro uno o più dei nostri Stati membri” ha dichiarato Olof Gill, portavoce della Commissione per il commercio.
L’Unione europea: “Le tariffe unilaterali sarebbero inaccettabili”
Secondo le regole della Unione europea, tutti i Paesi membri condividono una politica commerciale comune: i prodotti europei sono soggetti alle stesse tariffe quando venduti negli Stati Uniti.
Washington, in teoria, potrebbe decidere di applicare dazi più alti alle merci spagnolerispetto al 15 per cento attualmente in vigore. Ma un’azione del genere costituirebbe, secondo Bruxelles, una discriminazione commerciale grave e una violazione diretta dell’accordo Ue-Usa.
Gill non ha precisato quali contromisure verrebbero adottate, ma ha insistito sulla necessità del dialogo: “Ora abbiamo un accordo commerciale Ue-Usa. Questa è una piattaforma per affrontare qualsiasi altra questione commerciale”.
Trump: “La Spagna deve essere punita”
Le dichiarazioni della Commissione seguono un duro attacco di Trump, che martedì ha accusato la Spagna di “mancanza di rispetto” nei confronti della Nato.
“Stavo pensando di punirli con delle tariffe commerciali a causa di ciò che hanno fatto. Potrei farlo”, ha detto Trump dalla Casa Bianca. “La Spagna è l’unico Paese della Nato che ha detto no all’obiettivo del 5 per cento. E penso che debba essere punita”.
Le tensioni affondano le radici nel vertice Nato di giugno, quando gli alleati hanno discusso il nuovo obiettivo di spesa per la difesa pari al 5 per cento del Pil.
Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez aveva chiesto un’esenzione, definendo la cifra “irragionevole” e “controproducente”. Secondo il governo di Madrid, raggiungere quella soglia significherebbe tagliare profondamente la spesa sociale, una misura politicamente inaccettabile.
L’episodio diplomatico e la replica spagnola
Nonostante le tensioni, lunedì Trump e Sánchez si sono incontrati in Egitto in occasione di un vertice di pace per Gaza. L’incontro è apparso cordiale: “State lavorando qui sul Pil? Beh, ci arriveremo”, ha scherzato Trump.
Sánchez ha definito il colloquio “molto cordiale”, sottolineando la solidità dei rapporti tra Stati Uniti e Spagna: “Le relazioni tra Stati Uniti e Spagna sono molto positive, profonde e consolidate”.
Ma una volta rientrato a Washington, Trump ha nuovamente alzato i toni, accusando la Spagna di “approfittare” della protezione Nato grazie alla sua posizione strategica nell’Europa meridionale.
Rutte e la Nato: “C’è stato accordo unanime”
Interpellato dai giornalisti, il Segretario Generale della Nato Mark Rutte ha ribadito che la Spagna ha comunque condiviso gli obiettivi di capacità militare fissati all’Aia: “All’Aia abbiamo raggiunto l’unanimità. La Spagna era totalmente d’accordo con gli obiettivi di capacità”.
Una minaccia che potrebbe colpire l’accordo Ue-Usa
Se Trump dovesse davvero imporre dazi punitivi contro Madrid, la mossa colpirebbe direttamente l’accordo commerciale Ue-Usa firmato a luglio.
L’intesa prevede una tariffa uniforme del 15 per cento per i prodotti europei esportati negli Stati Uniti e zero dazi per la maggior parte dei beni americani destinati all’Europa. Alcuni settori strategici, come quello aeronautico e dei semiconduttori, godono di un regime “zero per zero”.
La Commissione europea non esclude contromisure qualora Washington dovesse violare i termini dell’accordo