In occasione della sua 13a visita in Russia dall'invasione dell'Ucraina, il ministro degli Esteri ungherese ha definito "folli" i piani di diversificazione energetica dell'Ue e di interrompere gli approvvigionamenti di idrocarburi dalla Russia, da cui l'Ungheria dipende
La Commissione europea ha dichiarato che la presenza del ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, a Mosca mercoledì, "non è il messaggio giusto per Putin".
Il ministro ha partecipato a una conferenza sull'energia nella capitale russa, dove ha definito "folli" i tentativi di diversificazione energetica dell'Ue per eliminare gradualmente i combustibili fossili.
Una portavoce della Commissione europea ha commentato mercoledì alla stampa che qualsiasi contatto bilaterale da parte degli Stati membri dovrebbe rispettare la posizione e le politiche dell'Ue, in particolare nel momento in cui i 27 stanno riducendo al minimo le relazioni con Mosca.
"Essere a Mosca in questo momento non è il messaggio giusto per Putin, perché il momento e il contesto contano", ha dichiarato la portavoce Anitta Hipper.
La portavoce ha aggiunto che l'Ue sta preparando il 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia, che comprende il divieto totale di importazione di gas naturale liquido (Gnl) e sanzioni contro le due principali compagnie petrolifere russe, Rosneft e Gazprom Neft.
L'Ungheria importa ancora una parte significativa dei suoi combustibili fossili dalla Russia.
La tabella di marcia REpowerEU dell'Ue prevede di eliminare gradualmente tutte le importazioni dalla Russia entro il 2027 e ciò ridurrebbe anche le importazioni di petrolio dell'Ungheria dalla Russia attraverso l'oleodotto Druzhba.
"Attualmente ci sono due oleodotti che portano in Ungheria e Bruxelles vuole che ne eliminiamo uno in nome della diversificazione", ha dichiarato mercoledì a Mosca Szijjártó.
"Ma come si può chiamare diversificazione l'eliminazione di un oleodotto? Come può un solo oleodotto essere considerato più sicuro di due?", ha chiesto il rappresentate di Budapest, definendola "una follia, una completa illogicità".
L'altro oleodotto, quello di Adria, entra in Ungheria dalla Croazia. Tuttavia, secondo il governo ungherese, è insufficiente per le esigenze del Paese, che non ha sbocchi sul mare.