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"Siamo in gabbia" denuncia uno degli italiani tra i migranti rinchiusi ad Alligator Alcatraz

Una donna sventola una bandiera Usa in fuori dalla struttura di detenzione per migranti di Ochopee in Florida (12 luglio 2025)
Una donna sventola una bandiera Usa in fuori dalla struttura di detenzione per migranti di Ochopee in Florida (12 luglio 2025) Diritti d'autore  AP Photo/Alexandra Rodriguez
Diritti d'autore AP Photo/Alexandra Rodriguez
Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Si tratta di Gaetano Cateno Mirabella Costa e dell'italo-argentino Fernando Eduardo Artese. Entrambi hanno testimoniato ai media le dure condizioni di detenzione, mentre le autorità italiane si sono mosse con gli Stati Uniti

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Nel centro di detenzione di migranti allestito dagli Stati Uniti in una delle parti più impervie della Florida, tanto da essere stato ribattezzato Alligator Alcatraz, sono presenti due cittadini italiani, che chiedono ora assistenza all'Italia per essere liberati.

"Siamo in 32 in una gabbia, i bagni sono aperti e tutti ti vedono", ha raccontato uno dei due, Gaetano Mirabella Costa, un siciliano di 45 anni, al Tg2 della Rai.

"Non ho nemmeno la possibilità di parlare con un avvocato, né con un giudice", ha aggiunto l'uomo, con precedenti per aggressione e detenzione di droga e una denuncia pendente per abusi sull'ex moglie statunitense.

Secondo Mirabella Costa il 9 luglio scorso, dopo sei mesi di reclusione, sarebbe potuto uscire ma gli è stata contestata una violazione della legge sull'immigrazione e di conseguenza è stato inviato nel centro di detenzione per migranti irregolari di Dade-Collier, a Ochopee, in Florida.

Il ministero degli Esteri Italiano si è mosso, tramite il consolato di Miami e l'ambasciata a Washington, per seguire questo caso e quello di un 63enne italo-argentino, Fernando Eduardo Artese.

Artese è stato arrestato alla fine di giugno per avere superato la durata del proprio visto, mentre era in procinto di ripartire per l'Argentina, secondo quanto raccontato dalla figlia.

"È un campo di concentramento. Ci trattano come criminali", ha detto al Tampa Bay Times l'uomo che è ad Alligator Alcatraz dal 3 luglio. Il centro migranti è stato allestito su una pista aerea in disuso in disuso nelle Everglades, una zona dello Stato infestata fra alligatori, caimani e pitoni.

Entrambi i connazionali sono in attesa di espulsione. Il centro può accogliere fino a 5mila persone e, secondo le stime, ha un costo di 450 milioni di dollari l'anno.

L'amministrazione Trump vuole farne un perno e un esempio della politica dura varata dalla Casa Bianca contro i migranti.

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