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Stati Uniti: due italiani detenuti nel centro migranti Alligator Alcatraz in Florida

 Donald Trump, Ron DeSantis e Kristi Noem visitano Alligator Alcatraz
Donald Trump, Ron DeSantis e Kristi Noem visitano Alligator Alcatraz Diritti d'autore  Evan Vucci/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
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Di Euronews
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Le autorità italiane confermano che due cittadini con passaporto italiano sono detenuti nel centro migranti aperto da poco in Florida. Secondo il presidente Trump, la struttura di detenzione che è accerchiata da alligatori e pitoni ospiterà "migranti più minacciosi e persone più feroci"

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Due i cittadini italiani risultano attualmente detenuti in attesa di espulsione presso la struttura carceraria nota come "Alligator Alcatraz", situata all'interno della Big Cypress National Preserve, in Florida, negli Stati Uniti.

Si tratta di Fernando Eduardo Artese, cittadino con doppio passaporto italiano e argentino, e di Gaetano Cateno Mirabella Costa. La notizia è stata confermata dalla stampa locale e dall’agenzia Ansa, che riporta il costante monitoraggio della situazione da parte del Consolato Generale d’Italia a Miami e dell’Ambasciata italiana a Washington.

Il caso di Gaetano Cateno Mirabella Costa

Mirabella Costa è stato arrestato il 3 gennaio 2025 con le accuse di detenzione di sostanze stupefacenti senza prescrizione, aggressione, e violenza verso una persona over 65. Dopo essere stato recluso nel carcere della Contea di Marion, il suo procedimento giudiziario si è concluso il 7 maggio con una condanna a sei mesi. Al termine della pena, le autorità Usa hanno disposto la deportazione per violazione delle norme migratorie. Secondo quanto emerso, è stato trasferito a Alligator Alcatraz il 9 luglio.

Il caso di Fernando Eduardo Artese

Artese è stato arrestato a fine giugno a Jupiter, mentre era in viaggio con la moglie e la figlia a bordo di un camper. L’uomo, residente da circa dieci anni negli Stati Uniti, aveva in programma di lasciare il Paese e raggiungere l’Argentina passando per il Messico e l’America Centrale. Secondo quanto riferito in un’intervista telefonica al Miami Herald, Artese era a conoscenza del fatto che il suo soggiorno era diventato irregolare dopo aver oltrepassato i limiti del programma “visa waiver” con cui era entrato in Usa tramite passaporto italiano.

Il 25 giugno, durante un controllo, è emerso un mandato d’arresto a suo carico legato a una precedente infrazione per guida senza patente a Broward, per la quale aveva saltato l’udienza in tribunale per paura di essere detenuto. Dopo un primo passaggio al centro Cbo di West Palm Beach, è stato affidato all’Immigration and Customs Enforcement (Ice) e trasferito a Alligator Alcatraz sei giorni dopo. “Qui ci trattano come criminali. È un campo di concentramento”, ha dichiarato Artese.

Cos'è il centro Alligator Alcatraz in Florida

La struttura temporanea per detenuti in attesa di espulsione Alligator Alcatraz si trova in un’area remota della Florida nota per la presenza di alligatori, pitoni e paludi impenetrabili.

È collocata presso il Dade-Collier Training and Transition Airport, un ex aeroporto immerso nella natura selvaggia. Secondo quanto affermato da James Uthmeier, procuratore generale dello Stato, la scelta logistica garantisce bassi costi di gestione e massima sicurezza naturale.

“Se qualcuno fugge, non c’è nulla ad aspettarlo, solo rettili e paludi. Nessun posto dove andare, nessun posto dove nascondersi”, ha detto in un video pubblicato su X.

Composta da grandi tende capaci di ospitare fino a mille persone classificate come “criminali stranieri”, la struttura a parte di una più ampia strategia di deportazione di massa promossa da Trump. Lo scorso primo luglio il presidente Usa ha visitatola struttura con il governatore della Florida Ron DeSantis e la segretaria della Sicurezza interna Kristi Noem. "Ospiterà i migranti più minacciosi, alcune delle persone più feroci del pianeta”, aveva detto Trump ai giornalisti al termine del tour.

L’intervento delle autorità italiane

L'agenzia Ansa ha ribadito che il Consolato Generale a Miami e l’Ambasciata a Washington seguono la vicenda con la massima attenzione, mantenendo un contatto diretto con le famiglie dei due italiani e cercando un canale di comunicazione efficace con ICE-ERO (Enforcement and Removal Operations), che gestisce la struttura. Tuttavia, stabilire un’interlocuzione risulta particolarmente complesso.

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