La Commissione europea propone di unificare Pac e politica di coesione in un solo fondo. A rischio il secondo pilastro dedicato allo sviluppo rurale. Agricoltori sul piede di guerra
Secondo una bozza del prossimo bilancio a lungo termine dell’Unione europea, visionata da Euronews, la Commissione europea sarebbe pronta a rivoluzionare l’architettura dei finanziamenti comunitari, unificando le due principali voci di spesa: la Politica agricola cseomune (Pac) e la politica di coesione.
In particolare, la proposta prevede l’eliminazione del cosiddetto “secondo pilastro” della Pac, oggi destinato al finanziamento di programmi di sviluppo rurale. Questi programmi, fondamentali per il tessuto agricolo europeo, sostengono pratiche agro-ambientali, investimenti aziendali e lo sviluppo delle comunità rurali.
La bozza descrive la nuova struttura come un sistema integrato che mira a “portare ulteriore flessibilità e semplificazione”, attraverso l’unione degli interventi agricoli e di coesione sotto un unico fondo, chiamato provvisoriamente “Partenariati nazionali e regionali”.
Il documento sottolinea che questo approccio favorirebbe le sinergie tra le politiche europee, offrendo agli Stati membri una gamma più ampia di strumenti per affrontare le sfide agricole e rurali. Tra le priorità: infrastrutture, digitalizzazione, servizi idrici ed energetici, sviluppo delle competenze e ricambio generazionale nel settore agricolo.
I timori delle associazioni agricole
Tuttavia, la proposta non manca di suscitare polemiche. Le associazioni agricole, già mobilitate contro simili ipotesi nei mesi scorsi, temono una perdita di risorse e attenzione per lo sviluppo rurale. Anche diversi ministri dell’Agricoltura dell’Ue e il commissario europeo Christophe Hansen si sono detti contrari alla rimozione del pilastro rurale e alla fusione dei due fondi.
La Pac e la politica di coesione hanno infatti missioni profondamente diverse: la prima eroga sussidi diretti agli agricoltori, la seconda finanzia la riduzione delle disparità regionali.
La proposta, ancora in fase di discussione, rappresenta uno dei cambiamenti più significativi nella storia del bilancio Ue. Le prossime settimane saranno decisive per il suo destino.