Tre quarti dei cittadini dell'Ue vivono attualmente in città e in aree urbane. Questa cifra è destinata a crescere fino a raggiungere il 78 per cento entro il 2050. La crisi abitativa è una delle principali preoccupazioni dei cittadini europei
Un nuovo rapporto dell'Eurobarometro mostra che in tutta l'Unione europea per il 40 per cento dei cittadini la mancanza di alloggi a prezzi accessibili è il problema più immediato e urgente.
Secondo gli ultimi dati Eurostat, nel primo trimestre del 2025 i prezzi delle case nell'Ue sono aumentati del 5,7 per cento, mentre gli affitti sono cresciuti del 3,2 per cento rispetto allo stesso trimestre del 2024.
Segue la mancanza di servizi pubblici di qualità, come l'assistenza sanitaria e l'assistenza all'infanzia per il 32 per cento degli intervistati. Al terzo posto, col 31 per cento, segue il problema della disoccupazione o la mancanza di opportunità lavorative.
Tuttavia, si registrano differenze significative a seconda del luogo di residenza degli intervistati.
Mentre gli alloggi a prezzi accessibili rimangono la principale preoccupazione sia nelle metropoli che nelle piccole città (rispettivamente 51 per cento e 37 per cento), gli intervistati delle zone rurali indicano la mancanza di servizi pubblici di qualità come la loro principale preoccupazione (36 per cento).
In 15 Stati membri, almeno la metà degli intervistati residenti in città ha risposto che la mancanza di alloggi a prezzi accessibili è un problema immediato e urgente nella loro città. Le quote più alte sono state registrate in Irlanda (72 per cento), Spagna (69 per cento) e Lussemburgo (68 per cento).
Le sfide del cambiamento climatico sono una preoccupazione per i cittadini
Più di sei cittadini su dieci ritengono che le autorità locali non stiano prendendo provvedimenti sufficienti per affrontare le sfide del cambiamento climatico e le questioni ambientali nell'area in cui vivono.
La sensazione di inazione varia dal 61 per cento per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, comprese le strutture di riciclaggio, al 73 per cento per l'efficienza energetica degli edifici.
La percezione che le autorità locali non agiscano affatto o non facciano abbastanza per migliorare l'efficienza energetica degli edifici è particolarmente diffusa in alcuni Paesi dell'est e del sud.
In Bulgaria è il 91 per cento ad avere espresso questa opinione, seguita da Romania (86 per cento), Ungheria (85 per cento), Croazia (84 per cento), Slovenia (83 per cento), Portogallo (82 per cento) e Spagna (81 per cento).
Nella parte bassa della classifica troviamo Malta (56 per cento), Lussemburgo (57 per cento), Paesi Bassi e Svezia (entrambi al 59 per cento).
Nella maggior parte degli Stati membri, invece, gli intervistati che vivono nelle aree rurali sono più propensi di quelli che vivono nelle aree urbane a credere che le autorità locali non stiano facendo abbastanza in termini di trasporto pubblico sostenibile alternativo all'uso dell'auto.
Questo divario è più pronunciato nei Paesi Bassi, in Francia e in Finlandia.
Per quanto riguarda la sicurezza dei pedoni e le piste ciclabili nelle aree urbane, le donne sono più propense degli uomini a dichiarare che le autorità locali non prendono abbastanza provvedimenti o non ne prendono affatto.