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Trump minaccia il ritiro delle truppe Usa dall’Europa: gli scenari possibili e le conseguenze

Soldati statunitensi assistono alla cerimonia di consegna dei colori della Prima Divisione Corazzata presso l'aeroporto dell'esercito Usa di Wiesbaden, Germania
Soldati statunitensi assistono alla cerimonia di consegna dei colori della Prima Divisione Corazzata presso l'aeroporto dell'esercito Usa di Wiesbaden, Germania Diritti d'autore  AP Photo
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Di Stefan Grobe
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ripetutamente minacciato di ritirare le forze statunitensi dall'Europa nell'ambito della sua politica "America First". In caso di uscita le conseguenze strategiche sarebbero enormi con una probabile notevole resistenza interna

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Nel 2012, quando l’allora segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Leon Panetta, annunciò il ritiro di due brigate da combattimento, circa 8mila soldati, dall’Europa per ridurre le spese militari, i governi dell’Europa occidentale reagirono con apparente indifferenza.

Quando quest’anno il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ventilato l’ipotesi di ritirare le forze americane dal continente, ha invece generato onde d’urto, seppur non apertamente dichiarate, nelle cancellerie europee.

La differenza è sostanziale: Panetta, allora, rassicurò gli alleati dichiarando che gli impegni di sicurezza dell’America verso l’Europa e la Nato erano “incrollabili”. Al contrario, Trump ha minacciato di non proteggere i membri della Nato che non spendono abbastanza per la difesa. Il suo vicepresidente e il segretario alla Difesa hanno inoltre espresso posizioni sprezzanti nei confronti degli alleati europei, in una ormai nota chat interna, in cui il capo del Pentagono, Pete Hegseth, avrebbe espresso “disgusto per il parassitismo europeo”, secondo quanto riportato dall’Atlantic.

Un aereo da trasporto dell'aeronautica militare statunitense decolla dalla base aerea statunitense di Ramstein, in Germania
Un aereo da trasporto dell'aeronautica militare statunitense decolla dalla base aerea statunitense di Ramstein, in Germania AP Photo

Alla vigilia del vertice Nato all’Aia, le voci su un eventuale ritiro massiccio delle truppe americane si sono parzialmente attenuate. Tuttavia, diversi diplomatici europei temono che Trump possa fare un annuncio dopo il vertice. Il Pentagono non ha risposto a una richiesta di commento da parte di Euronews.

Cosa dicono gli esperti su un possibile ritiro delle truppe Usa dall'Europa

È per questo che abbiamo chiesto ai massimi esperti militari statunitensi se un tale ritiro sia realistico e quali sarebbero le conseguenze logistiche, finanziarie e politiche per gli Stati Uniti.

“La sicurezza europea è in cima ai miei pensieri”, ha detto l’ambasciatore americano presso la Nato Matthew Whitaker in un recente forum a Bruxelles. “L’America ha bisogno di alleati: non possiamo fare tutto da soli. E le notizie su una riduzione della presenza militare americana non sono assolutamente fondate. Di tutto il resto discuteremo con i nostri partner”.

Attualmente, gli Stati Uniti hanno circa 84mila militari attivi in Europa, secondo Eucom, il Comando europeo degli Stati Uniti con sede a Stoccarda. Il numero varia in base a esercitazioni e rotazioni.

Dopo l’invasione russa su larga scala dell’Ucraina nel 2022, Washington ha dispiegato circa 20mila soldati nei Paesi confinanti con la Russia, la Bielorussia e l’Ucraina per sostenere Kiev e contenere il conflitto.

Nel corso della guerra, le truppe americane in Europa sono oscillate tra 75mila e 105mila effettivi, principalmente appartenenti ad Aeronautica, Esercito e Marina. La maggior parte è di stanza in Germania (40mila), Polonia (14mila), Italia (13mila) e Regno Unito (10mila), con il resto distribuito dalla Norvegia alla Turchia.

Secondo Mark Cancian, colonnello in pensione e analista del Csis, un ritiro ordinato richiederebbe almeno un anno. “Ogni carro armato va imballato e spedito, le famiglie devono essere trasferite, e infine i soldati stessi”, ha spiegato a Euronews. “Si parla di 250mila persone potenzialmente coinvolte”. Ma soprattutto: dove andare? “Le basi americane potrebbero assorbirne al massimo 10mila. Per il resto, servirebbero anni e nuovi investimenti infrastrutturali”.

Per Ian Lesser, analista del German Marshall Fund, è poco plausibile che Trump compia una mossa tanto strategica, i cui effetti si vedrebbero solo dopo il suo mandato. “Ci ha già provato nel primo mandato, ma la resistenza interna lo ha bloccato. E anche il Congresso dovrebbe approvarlo - il che è tutt’altro che scontato”.

Un recente pacchetto bipartisan sulle sanzioni alla Russia ha ottenuto l’appoggio di 90 senatori su 100. “Trump non vuole apparire debole”, ha detto Lesser, e ritirare le truppe “darebbe proprio quell’immagine”.

Un vecchio aereo, il cosiddetto "raisin bomber", risalente alla Seconda Guerra Mondiale, è visibile al memoriale del ponte aereo all'aeroporto di Francoforte, in Germania
Un vecchio aereo, il cosiddetto "raisin bomber", risalente alla Seconda Guerra Mondiale, è visibile al memoriale del ponte aereo all'aeroporto di Francoforte, in Germania AP Photo/Michael Probst

I costi per i Paesi Nato se gli Usa dovessero lasciare l'Alleanza

Gran parte della presenza americana in Europa è composta da forze di supporto e infrastruttura logistica: dalla base aerea di Ramstein al centro medico militare di Landstuhl, snodi essenziali per le operazioni in Medio Oriente.

“Annunciare un ritiro proprio ora, con l’escalation tra Israele e Iran, non avrebbe alcun senso”, ha affermato William Courtney, ex ambasciatore USA e analista RAND. “Susciterebbe solo critiche”.

Trump ha anche cercato di collegare il ritiro a una fine della guerra in Ucraina, ma senza basi negoziali concrete. “Le posizioni di Mosca e Kiev sono troppo lontane”, ha aggiunto Courtney.

In caso di ritiro delle truppe statunitensi, l’Europa dovrebbe sostituire l’intera infrastruttura militare fornita dagli Usa a tutti i livelli. Uno studio dell’International Institute for Strategic Studies (IISS) con sede a Londra ha stimato che colmare il vuoto lasciato da un’uscita americana dalla Nato costerebbe ai Paesi europei circa mille miliardi di dollari (870 miliardi di euro). La cifra include basi militari, aree di addestramento, sistemi di sorveglianza e intelligence, logistica, trasporti, supporto sanitario, e forze armate operative. Lo studio sottolinea come nessun Paese europeo, da solo o in coalizione, disponga al momento delle risorse o della capacità organizzativa per un sostegno equivalente su scala continentale.

Non è chiaro quale sarebbe il costo per il contribuente americano. Nessuno degli esperti intervistati ha voluto fornire stime certe. Ma tutti sono concordi su un punto: un ritiro, oggi, appare estremamente improbabile.

“Non accadrà”, ha detto a Euronews Daniel Runde, analista e autore del libro The American Imperative. “Trump non lo farà mai. Piuttosto, vuole che l’Europa spenda il 5 per cento del Pil in difesa. Poi andrà avanti”.

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