I mercati hanno guadagnato martedì dopo che il presidente degli Stati Uniti ha annunciato la tregua tra Israele e Iran
I titoli azionari sono saliti e i prezzi dell'energia scesi martedì, dopo l'annuncio da parte del presidente degli Stati Uniti di un "cessate il fuoco completo e totale" tra Iran e Israele.
La tregua, confermata da Iran e Israele, pone fine per ora a quella che Donald Trump ha chiamato la Guerra dei Dodici giorni, con probabile riferimento a quella dei Sei giorni che vide opporsi Israele, Egitto, Giordania e Siria nel 1967.
In risposta a questi sviluppi, i timori di un blocco dello Stretto di Hormuz da cui passa una porzione significative delle forniture energetiche globali si sono attenuati i prezzi del petrolio sono scesi.
Circa il 20 per cento del petrolio e del gas mondiale passa attraverso questa stretta via di navigazione nel Golfo Persico, stretta tra Iran e Oman.
Di quanto sono scesi i prezzi del Brent dopo annuncio tregua in Medio Oriente
Il Brent, lo standard internazionale, è sceso sotto i 70 dollari (67,8 Usd alle 9:30 ora italiana), mentre il Wti è sceso di oltre il 3 per cento intorno ai 65 dollari.
La scorsa settimana il Brent aveva superato i 78 dollari al barile, un livello mai visto dall'inizio dell'anno. Guardando invece agli Stati Uniti, i futures dell'S&P 500 sono saliti dello 0,58 per cento a 6.112,00 lunedì, mentre quelli del Dow Jones sono aumentati dello 0,51 per cento a 43.118,00.
Nel resto del mondo l'indice australiano S&P/ASX 200 è salito dello 0,89 per cento a 8.550,10, il Kospi della Corea del Sud del 2,96 per cento a 3.103,64 punti, l'indice Shanghai Composite sta crescendo a mercati aperti di oltre l'uno per cento. L'Hang Seng di Hong Kong va oltre il 2 per cento di incremento, mentre il Nikkei giapponese ha chiuso a +2 per cento a 24.162,70 e il Nikkei 225 è aumentato dell'1,16 per cento a 38.796,39.
L'indice del dollaro USA è scivolato dello 0,32 per cento a 98,10. L'euro ha guadagnato lo 0,25 per cento rispetto al dollaro, mentre lo yen è sceso dello 0,48 per cento rispetto al biglietto verde.
Gli economisti avevano suggerito che le persistenti minacce al petrolio avrebbero aumentato il valore del dollaro Usa e danneggiato altre valute come l'euro, soprattutto perché l'economia statunitense è più indipendente dal punto di vista energetico.
"Le questioni strutturali legate al deficit e la gestione volatile delle tariffe doganali da parte dell'amministrazione Trump dovrebbero continuare a pesare su un dollaro USA sopravvalutato", ha avverito tuttavia in una conversazione con Euronews Greg Hirt, chief investment officer di Allianz Global Investors.