L’azienda di difesa Rafael ha annunciato un’azione legale contro il governo francese dopo la chiusura del suo stand e di altri tre padiglioni israeliani alla fiera Air Show di Parigi. Le autorità francesi citano “armi offensive” e la crisi a Gaza come motivazioni
L’azienda israeliana di armamenti Rafael ha annunciato l’intenzione di fare causa al governo francese dopo che il suo stand al Paris Air Show è stato chiuso senza preavviso, in seguito alla controversa campagna militare di Israele a Gaza.
Dalla mattina di lunedì, quattro stand israeliani - Rafael, Elbit Systems, Israel Aerospace Industries (IAI) e UVision - sono stati nascosti dietro pannelli di legno nero.
Le autorità francesi hanno stabilito che “le attrezzature per armi offensive commercializzate dalle aziende non potevano essere esposte, data la situazione a Gaza”. Rafael, Elbit e IAI producono bombe guidate e missili, mentre UVision è specializzata in droni.
Gli stand sono stati chiusi durante la notte tra domenica e lunedì dopo che le aziende si sono rifiutate di rimuovere le attrezzature.
"Stamattina è arrivato un funzionario della fiera e mi ha detto che, se avessi rimosso alcune attrezzature, avrebbe abbattuto questi muri. E io gli ho risposto che non avrei rimosso nulla. Avevate abbastanza tempo per prendere una decisione, ma avete scelto di agire nel buio della notte", ha dichiarato Shlomo Toaff, vicepresidente esecutivo di Rafael.
Martedì mattina i tecnici hanno aggiunto ulteriori barriere per bloccare l’ingresso di uno degli stand, dato il mancato accordo tra i produttori israeliani e gli organizzatori dell’evento. Intanto, l’area isolata è stata presidiata da un forte dispiegamento di sicurezza.
"Vi assicuro che faremo causa al governo francese per quello che ci hanno fatto", ha detto Toaff a Euronews. "Chiederemo un risarcimento per i danni economici e per la mancata possibilità di accedere allo spazio che avevamo affittato. Pensiamo che sia una decisione ingiusta: non ci stanno garantendo gli stessi diritti degli altri espositori".
Secondo il rappresentante di Rafael, lo stand era stato prenotato con un anno di anticipo e i progetti erano stati presentati mesi fa. Le attrezzature erano state sdoganate in Francia circa un mese prima dell’apertura della fiera.
"Abbiamo investito molto denaro e molte risorse per preparare lo stand. Non so indicare il costo preciso, ma parliamo di milioni di euro", ha spiegato Toaff.
Le autorità francesi sostengono che le aziende abbiano violato il quadro concordato con il governo israeliano, esponendo armi “offensive”.
"La Francia ritiene che la situazione a Gaza sia terribile, dal punto di vista umano, umanitario e della sicurezza", ha dichiarato lunedì il primo ministro François Bayrou all’inaugurazione dell’esposizione. "Abbiamo voluto dimostrare che le armi offensive non dovrebbero essere presenti in questa fiera".
Il ministero della Difesa israeliano ha definito la decisione "scandalosa e senza precedenti" in un comunicato ufficiale.
"Sono rimasto totalmente deluso", ha commentato Sasson Meshar, vicepresidente senior di Elbit per i sistemi elettro-ottici aviotrasportati. "Abbiamo investito molto nella mostra. Non comprendiamo la logica di questa decisione: per noi è discriminatoria, perché tutti espongono gli stessi sistemi. Si tratta di difesa militare, non di una mostra floreale".
Meshar ha affermato che Elbit consulterà i legali per decidere i prossimi passi, senza confermare se anche la sua azienda seguirà Rafael nell’azione legale.
Non è la prima volta che i produttori israeliani affrontano restrizioni in fiere francesi. Dopo essere stati inizialmente esclusi da Eurosatory nella primavera del 2024, sono stati successivamente riammessi all’Euronaval dell’autunno grazie a una sentenza del tribunale.
Il 10 giugno, un tribunale di Parigi ha respinto la richiesta di diverse associazioni di vietare la presenza delle aziende israeliane all’edizione 2025 del Paris Air Show, che si svolge in un contesto di forti tensioni diplomatiche tra Parigi e Tel Aviv.
Israele è sotto accusa per la sua offensiva nella Striscia di Gaza, lanciata in risposta all’attacco di Hamas nel 2023. Secondo il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, il numero dei morti a Gaza supera i 55mila. Più di 1.800 israeliani hanno perso la vita nei combattimenti.