L'Europa sta cercando di colmare il divario con gli Stati Uniti sulla produzione di veicoli aerei senza pilota. L'evoluzione verso droni piccoli, meno costosi ma altrettanto efficienti, ridisegna la corsa nella guerra hi-tech di oggi
Al Paris Air Show di quest'anno, i jet da combattimento passano in secondo piano. Le tecnologie senza pilota e autonome, infatti, stanno guidando il futuro della difesa e dominano l'evento all'aeroporto Le Bourget, nel nord di Parigi.
Con 2400 espositori provenienti da 48 Paesi e 300mila visitatori attesi, il più grande evento aerospaziale del mondo si tiene dal 16 al 22 giugno in un contesto di forti tensioni globali.
Mentre l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia entra nel suo quarto anno di vita e le tensioni tra Israele e Iran salgono alle stelle, per l'Europa è diventato urgente modernizzare le proprie capacità di difesa.
Lunedì scorso, il colosso italiano Leonardo e la turca Baykar Technologies hanno annunciato una joint venture per lo sviluppo congiunto di una nuova generazione di sistemi senza pilota, con la consegna dei primi droni prevista per il 2026.
"Quando si parla di sistemi senza pilota, l'Europa è piuttosto indietro", ha dichiarato l'amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani.
"Prima di tutto, credo che l'obiettivo sia quello di colmare il gap. Dobbiamo sviluppare diverse piattaforme con diversi carichi utili e offrirle a diversi Paesi. Questo sarà un obiettivo molto importante già nel breve e medio termine", ha spiegato Cingolani a un gruppo di giornalisti.
Cingolani ha sottolineato che l'Europa avrà presto bisogno non solo di droni, ma anche di sistemi terrestri e marittimi. "La guerra in Ucraina ha cambiato completamente il panorama", ha detto, "sappiamo che dobbiamo essere pronti".
Per il consulente per la difesa, Xavier Tytelman, il punto di svolta di questa edizione della fiera è l'industrializzazione della guerra ad alta intensità.
"In passato dicevamo: 'Faremo droni'. Ora, invece, offriamo droni con prezzi ben definiti, il che dimostra una tendenza molto forte all'industrializzazione militare", ha dichiarato Tytelman a Euronews.
Il ritardo accumulato dall'Europa sulle grandi piattaforme di droni potrebbe non avere più importanza, dal momento che sistemi più piccoli e più economici e impiegare si stanno rivelando decisivi sul campo di battaglia.
Al di là delle strategie, la sovranità è diventata un tema centrale dell'edizione di quest'anno. La spinta a sviluppare attrezzature "ITAR-free" (International Traffic in Arms Regulations) - vale a dire libere dalle restrizioni all'esportazione degli Stati Uniti - è visibile in tutta l'area espositiva.
"Molti stand etichettati come 'ITAR Free'. Ciò significa che non ci sono componenti americani, quindi gli Stati Uniti non possono impedire loro di utilizzare le proprie attrezzature, come hanno fatto in Ucraina, dove abbiamo fornito missili che non potevano essere utilizzati perché contenevano parti statunitensi", ha spiegato Tytelman.
"Ora, intorno a noi, gli europei si stanno organizzando per essere più sovrani, indipendenti, per lavorare insieme, per integrare le reciproche capacità tecnologiche e per raggiungere un'industrializzazione europea al 100 per cento. Questa è un'altra grande tendenza profonda e strutturale", ha concluso l'esperto.