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Colloquio tra Meloni e Macron, la premier: "Francia e Italia insieme per un'Europa più sovrana"

Il presidente francese, Emmanuel Macron, e la premier italiana Giorgia Meloni a Palazzo Chigi a Roma (3 giugno 2025)
Il presidente francese, Emmanuel Macron, e la premier italiana Giorgia Meloni a Palazzo Chigi a Roma (3 giugno 2025) Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Gabriele Barbati
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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La premier italiana ha ricevuto martedì il presidente francese Macron a Palazzo Chigi per un colloquio e una cena, dopo il gelo sul ruolo dell'Italia nella coalizione dei Volenterosi. Il prossimo vertice bilaterale tra i due leader si terrà in Francia a inizio 2026

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"Nella serata di ieri, a Roma, ho avuto un lungo incontro con il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, molto utile per rafforzare il dialogo e il coordinamento tra Italia e Francia di fronte alle crescenti sfide comuni".

A dichiararlo è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sui suoi canali social.

Il presidente francese ha risposto sempre su X. "Abbiamo avuto un ottimo incontro che ci ha permesso di approfondire il nostro coordinamento per far avanzare insieme l'agenda franco-italiana ed europea. L'Europa si costruisce attraverso il dialogo e l'azione", ha scritto Macron all'indomani dell'incontro a Palazzo Chigi.

Martedì, dopo una cerimonia di benvenuto intorno alle 18, i due leader si sono riuniti per quasi quattro ore a Palazzo Chigi, prima di una cena e il ritorno a casa di Macron.

La premier aveva commentato positivamente l'incontro con il presidente francese, sottolineando come i due abbiano "riscontrato forti convergenze sull'agenda europea sulla competitività, sulla semplificazione normativa, sul tema degli investimenti pubblici e privati, della transizione energetica con piena neutralità tecnologica e sul sostegno a settori strategici come automotive, siderurgia, intelligenza artificiale, energie decarbonizzate rinnovabili così come nucleare e spazio".

I due leader intendono lavorare "insieme per un'Europa più sovrana, prospera e orientata alla pace, capace di tutelare i propri cittadini e i propri interessi", in quanto rappresentanti di nazioni fondatrici dell'Unione europea, ha detto la presidente del Consiglio.

"Abbiamo inoltre ribadito il nostro fermo sostegno all'Ucraina per raggiungere una soluzione equa e duratura, promuovendo al contempo un potenziamento della difesa europea. L'incontro ci ha permesso anche di affrontare temi di sicurezza cruciali, dal Medio Oriente alla Libia, e di coordinare le posizioni su relazioni transatlantiche e sicurezza economica dell'Ue", ha aggiunto Meloni.

La premier ha dichiarato che il prossimo vertice bilaterale tra i due leader si terrà in Francia all'inizio del 2026.

Divergenze e punti comuni nell'agenda di Macron e Meloni sull'Ucraina

Italia e Francia hanno infatti cercato di ritrovare una sintonia a Roma dopo settimane di tensioni in particolare sull'Ucraina.

"La presidente Meloni fa parte del formato collettivo della coalizione dei Volenterosi. Era presente nelle riunioni di Parigi e di Londra, l'Italia è un partner importante", ha fatto sapere lunedì l'Eliseo.

La posizione aggressiva di Macron sul sostegno se non un intervento militare in Ucraina - e la posizione più morbida dell'Italia rispetto ad altri Paesi Ue sul tema e sui dazi imposti dagli Stati Uniti - nelle scorse settimane avevano generato un certa freddezza tra i due leader.

Inoltre la proposta invece di Meloni di estendere a Kiev la mutua difesa prevista dall'articolo 5 della Nato, invece di un'entrata formale dell'Ucraina nell'Alleanza, non ha trovato grosso sostegno tra gli alleati.

Da sinistra, il primo ministro polacco Tusk, il presidente francese Macron, il premier britannico Starmer e il cancelliere tedesco Merz a Tirana (16 maggio 2025)
Da sinistra, il primo ministro polacco Tusk, il presidente francese Macron, il premier britannico Starmer e il cancelliere tedesco Merz a Tirana (16 maggio 2025) AP Photo

A fare rumore però di recente è stata soprattutto l'assenza della presidente del Consiglio dal viaggio in treno e dalla visita congiunta a Kiev il mese scorso di Macron con il premier britannico Starmer e il cancelliere tedesco Merz.

Una settimana dopo, analogamente, la premier non figurava nella riunione di lavoro dei leader della cosiddetta coalizione dei volenterosi a Tirana, a margine della del vertice della Comunità politica europea.

In realtà sono troppi gli interessi comuni che legano le due Nazioni per lasciar spazio a tensioni come quelle emerse nelle ultime settimane. Così il lavoro di ricucitura portato avanti dalle diplomazie dei due Paesi è stato certosino.

Da Astana, in Kazakistan, Meloni aveva liquidato come "panna montata" le ricostruzioni giornalistiche sugli sgambetti tra i due.

Il vertice della "riconciliazione"

L'Italia è "un partner importante" con "un ruolo cruciale da svolgere nelle decisioni europee", soprattutto sul dossier ucraino, sottolinea alla stampa la presidenza francese. Questo incontro, viene spiegato dall'Eliseo, deve servire a verificare "che siamo capaci di procedere assieme sull'essenziale".

Italia e Francia sono due Nazioni "in prima linea sui principali fronti della politica internazionale, legate da profondi rapporti bilaterali e da una collaborazione economica di livello strategico", affermano fonti di Palazzo Chigi presentando il vertice della "riconciliazione"

bisogna andare avanti, per rafforzare la posizione dell'Europa nelle partite che contano - dall'incognita Donald Trump (il grande 'spettro' che aleggia sul vertice), tra dazi e Ucraina, ai nuovi equilibri geopolitici in continuo mutamento.

Nell'incontro di martedì, durante la cena di lavoro, si è anche parlato di collaborazione economica tra Italia e Francia, a partire dalla crisi del settore europeo dell'auto fino a ricerca e tecnologie d'avanguardia. Meloni spera di trovare una sponda con Parigi anche su migranti e relazioni transatlantiche.

Meloni ha ricevuto anche Robert Fico

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricevuto martedì anche il premier slovacco Robert Fico, arrivato a Palazzo Chigi intorno alle 16.

Dopo l'accoglienza nel cortile d'onore, dove Fico ha donato alla presidente del Consiglio un mazzo di fiori bianchi e rosa, i due leader hanno avuto un colloquio bilaterale.

Sul tavolo, come spiegato dal governo slovacco, lo sviluppo delle relazioni tra Slovacchia e Italia e la possibilità di un'ulteriore cooperazione nel campo dell'energia.

"Apprezzo molto l'approccio pragmatico della vostra presidente del Consiglio. Mi piace davvero il suo modo pragmatico di affrontare le questioni", ha detto Fico ai media al termine dell'incontro.

Il primo ministro slovacco Robert Fico e la premier Giorgia Meloni nel cortile di Palazzo Chigi a Roma
Il primo ministro slovacco Robert Fico e la premier Giorgia Meloni nel cortile di Palazzo Chigi a Roma AP Photo

"Ci siamo concentrati sulla guerra in Ucraina. La presidente del Consiglio era molto interessata alle mie posizioni, dal momento che la Slovacchia è un paese confinante, naturalmente", ha proseguito il leader slovacco, "abbiamo discusso del tema del repowering, ovvero cosa accadrà in Europa quando tutte le forniture energetiche dalla Russia non arriveranno più nell'Unione Europea".

"Credo che ci siano paesi nell'Ue che vogliono prolungare questa guerra con l'idea che sia il modo per danneggiare la Russia. Io non credo che questa strategia funzioni", ha sottolineato Fico.

I due Capi di governo "hanno discusso il loro sostegno per una pace giusta e duratura in Ucraina e il loro impegno per la ricostruzione del Paese in vista della Ukraine Recovery Conference che l'Italia ospiterà a luglio del 2025", si legge in una nota congiunta dei due governi, che fa anche appello alla pace e alla stabilità per il Medio Oriente stabile e pacifico, chiedendo un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas.

L'incontro con Fico era stato programmato il 13 maggio, appena quattro giorni dopo la missione dello slovacco a Mosca per partecipare alla parata militare per l’80° anniversario della sconfitta della Germania nazista nella Seconda guerra mondiale, il solo leader Ue a farlo.

Il politico slovacco, incline alle posizioni russe e vittima di un attentato per questo motivo un anno fa, aveva incontrato in quell'occasione il presidente Vladimir Putin esprimendo la sua “opposizione alla politica della cosiddetta nuova cortina di ferro che si sta creando tra Ue e Russia”, e sottolineando che la Slovacchia “vuole costruire ponti di cooperazione, non linee di divisione”.

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