Secondo l'Alta rappresentante Ue, Kallas, e diversi ministri degli Esteri riuniti a Bruxelles martedì, Washington non ha fatto seguito alle dichiarazioni recenti sul cessate il fuoco. Mosca allunga i tempi parlando di incontro tra i presidenti Usa e russo, l'Ucraina critica i continui rinvii
L'Europa sta reagendo diversamente alla telefonata di lunedì tra Donald Trump e Vladimir Putin. C'è chi vede l'ennesima dilazione da parte del presidente russo su un cessate il fuoco in Ucraina e chi apprezza che prosegua almeno un dialogo ai massimi livelli con Mosca.
Dagli Stati Uniti "abbiamo sentito la scorsa settimana che se la Russia non accetta un cessate il fuoco completo e incondizionato, allora ci saranno delle conseguenze. Quindi vogliamo vedere queste conseguenze", ha detto martedì Kaja Kallas.
Se Mosca "non accetta un cessate il fuoco incondizionato, come quello concordato dall'Ucraina oltre 60 giorni fa, ci saranno azioni forti", ha detto l'Alta rappresentante Ue per la Politica estera e di sicurezza, arrivando al Consiglio Difesa-Esteri a Bruxelles, "ed è questo che vogliamo vedere da tutte le parti che hanno affermato che agiranno di conseguenza. Naturalmente, da parte europea, abbiamo le dichiarazioni dei 27 che se la Russia non accetta, faremo maggiori pressioni".
"Putin non sembra ancora seriamente interessato alla pace, almeno non a condizioni accettabili per gli altri", ha commentato invece il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, arrivando a Bruxelles.
"Sta continuando a prendere tempo e, anche se la Russia è disposta a parlare di un memorandum, per ora non si intravede un cessate il fuoco", ha aggiunto Pistorius, "l'Ue deve inasprire ulteriormente le sanzioni".
Di scarsa "serietà a impegnarsi effettivamente nei negoziati" ha parlato anche il ministro della Difesa della Svezia, Pal Johnson, che ha esortato a fornire "maggiore equipaggiamento difensivo militare per l'Ucraina", in modo che Kiev possa "negoziare da una posizione di forza", una pace di lungo termine.
Europei temono disimpegno di Washington, scrive il Financial Times
Il sostegno all’Ucraina è sempre più una questione europea, ha scritto il quotidiano britannico, riportando che l'ultimo colloquio tra i presidenti statunitense e russo ha creato sconcerto nella diplomazia europea.
“Sostenere e finanziare l’Ucraina, fare pressione sulla Russia: ora è tutto compito nostro”, ha detto una fonte diplomatica al Financial Times (Ft), aggiungendo che Trump “si sta facendo da parte”.
Dopo la telefonato con Putin, il presidente Usa ha aggiornato vari leader europei, tra cui Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Giorgia Meloni, Alexander Stubb e Ursula von der Leyen, e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky con cui ha parlato sempre lunedì.
Secondo Ft, la mancata imposizione di nuove sanzioni contro la Russia da parte di Washington, dopo il fallimento dei negoziati diretti in Turchia tra delegazioni di Kiev e di Mosca offerti dallo stesso Putin, è stata letta dai leader europei come un segnale di disimpegno, se non addirittura una vittoria diplomatica per il Cremlino.
Di segno opposto le dichiarazioni del segretario generale della Nato, Mark Rutte, che ha sottolineato come fino allo scorso gennaio non vi fossero canali di comunicazione aperti con Mosca.
"Sono davvero contento che Donald Trump abbia assunto un ruolo di leadership", ha detto martedì Rutte, "l'amministrazione americana è molto coinvolta e sta dialogando con i colleghi dell'Ue. Nel complesso, credo che sia un segnale molto positivo".
Le posizioni di Mosca e Kiev dopo il colloquio Trump-Putin
I presidenti hanno concordato di proseguire il dialogo su tutte le questioni, inclusa l'Ucraina, e prevedono "in futuro" un incontro di persona, che dovrà "essere preparato in modo accurato e completo", ha detto lunedì il consigliere presidenziale russo Yury Ushakov, che ha confermato anche l'accantonamento di un nuovo pacchetto di sanzioni già pronto al Congresso Usa.
Quanto al percorso diplomatico futuro, il Cremlino ha apprezzato ma non confermato l'ipotesi di negoziati in Vaticano.
“Tutti conoscono l'iniziativa del Papa. Il Vaticano ha rilasciato una dichiarazione in merito. Naturalmente, la parte russa apprezza qualsiasi sforzo volto a contribuire. Tuttavia, non sono stati confermati accordi specifici riguardo alla sede dei futuri colloqui”, ha precisato il portavoce Dmitry Peskov.
"La Russia non lascerà in difficoltà il popolo ortodosso ucraino e garantirà il rispetto dei suoi diritti", ha detto invece martedì il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, "è la posizione della Russia su una soluzione equa della crisi ucraina creata dall'Occidente, chiaramente confermata ieri dal presidente Putin".
Da parte sua Volodymyr Zelensky ha dichiarato "che la Russia sta cercando di guadagnare tempo per continuare la sua guerra e la sua occupazione", ha scritto il presidente ucraino sui social media, dicendo di non sapere nulla del "memorandum" sui negoziati di pace, di cui l'omologo russo ha parlato a Trump.
"Una volta che lo avremo ricevuto, saremo in grado di formulare di conseguenza le nostre proposte", ha affermato il leader ucraino che ha parlato anche con Il presidente finlandese Stubb.
Kiev ha chiesto a più riprese con il pieno sostegno europeo un cessate il fuoco di 30 giorni prima di ogni negoziato. La Russia "non è pronta" a una tregua ha scritto martedì in un post su Telegram, il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak.
"Gli Stati Uniti sono un mediatore globale che crede ancora che la Russia sia disposta a trattare e uscire dalla guerra per affari e interessi", ha aggiunto Podolyak, "e c'è la posizione immutata della Russia, che vuole ancora la guerra, la distruzione e le uccisioni perché crede che siano l'unico modo per far esistere attualmente il Paese".