Dopo la sconfitta del suo alleato Trzaskowski alle presidenziali, il premier Tusk annuncia un voto di fiducia per testare la tenuta della sua coalizione. Il conservatore Nawrocki nuovo presidente
Il primo ministro polacco Donald Tusk ha annunciato che chiederà al parlamento un voto di fiducia sul suo governo di coalizione, all'indomani della sconfitta del suo alleato Rafał Trzaskowski nel ballottaggio presidenziale di domenica. Il sindaco liberale di Varsavia è stato battuto di misura dal conservatore Karol Nawrocki, che ha ottenuto il 50,89 per cento dei voti, in una sfida elettorale che ha mantenuto il Paese con il fiato sospeso.
"Indipendentemente da come valutiamo il candidato vincente, dobbiamo riconoscere la sua vittoria e congratularci con i suoi elettori - ha dichiarato Tusk in un discorso televisivo lunedì sera - Voglio dirvi con chiarezza che non smetterò nemmeno per un momento di esercitare il mio ruolo di primo ministro. Le elezioni presidenziali non cambiano e non cambieranno nulla. Collaboreremo con il nuovo presidente dove sarà necessario e possibile."
La vittoria di Nawrocki rappresenta un duro colpo per l’esecutivo guidato da Tusk, al potere da fine 2023 grazie a una fragile coalizione composta da forze politiche eterogenee. Ora, con il presidente eletto proveniente dall’area conservatrice e sostenuto dal partito Diritto e Giustizia (PiS), già al governo tra il 2015 e il 2023, crescono i dubbi sulla stabilità dell’attuale esecutivo e sulla sua capacità di durare fino alla fine della legislatura, prevista per il 2027.
Il voto di fiducia — di cui non è ancora stata annunciata la data — sarà cruciale per verificare se Tusk ha ancora una maggioranza parlamentare solida su cui contare. Una sua sopravvivenza politica rappresenterebbe un segnale importante, soprattutto dopo una sconfitta che ha evidenziato le fratture profonde nella società polacca, emerse già nel primo turno di due settimane fa.
Il ruolo del presidente e i nuovi equilibri politici
In Polonia, il primo ministro detiene la maggior parte dei poteri esecutivi quotidiani, ma la presidenza della Repubblica ha comunque un ruolo significativo, in particolare sulla politica estera e con il potere di veto legislativo. Nawrocki, 42 anni, è un ex pugile dilettante senza lunga esperienza politica, ma ha il pieno appoggio dell’area conservatrice. Subentrerà ad Andrzej Duda, anch’egli del PiS, il cui secondo e ultimo mandato termina il 6 agosto.
Con la sua elezione, il PiS spera ora di riprendere parte dell’influenza persa con la sconfitta alle elezioni parlamentari dello scorso anno. Non a caso, il leader del partito Jarosław Kaczyński ha lanciato lunedì un appello per la formazione di un “governo tecnico”, che secondo lui dovrebbe essere apartitico e composto da specialisti. “Oggi serve una soluzione tecnica. Il capo del governo dovrebbe essere scelto attraverso colloqui tra le forze disposte a sostenere un progetto neutrale. Non deve necessariamente essere qualcuno legato a noi”, ha dichiarato.
Tusk tra promesse incompiute e nuove sfide
La sconfitta presidenziale rischia di complicare ulteriormente la già delicata situazione politica del governo Tusk. La coalizione, formata da partiti con visioni spesso divergenti, ha già faticato a trovare un compromesso su temi chiave come la riforma della legge sull’aborto, promessa durante la campagna elettorale ma rimasta finora in stallo per mancanza di consenso interno.
Con un presidente in grado di bloccare leggi e un'opposizione che cerca di ricompattarsi attorno a Nawrocki, per Tusk il percorso si preannuncia accidentato. Alcuni osservatori temono che l’asse conservatore possa usare la presidenza per limitare l’azione riformista del governo, mentre altri ipotizzano che Nawrocki, data la sua inesperienza, possa mantenere un profilo più tecnico e meno ideologico, almeno nei primi mesi del mandato.
Quel che è certo è che la Polonia, paese chiave nel fianco orientale della Nato e dell’Unione europea, resta politicamente spaccata. Il voto presidenziale ha mostrato due anime contrapposte: una più liberale ed europeista, e una conservatrice e nazionalista, ancora forte soprattutto nelle aree rurali e tra l’elettorato più anziano.
La parola al Parlamento
Ora la palla torna al parlamento. Con il voto di fiducia annunciato da Tusk, sarà il Sejm — la camera bassa — a decidere se il premier ha ancora legittimità per guidare il Paese, o se sarà necessario aprire una nuova fase politica con soluzioni alternative, come quella tecnica proposta dal PiS. La 36esima seduta del Sejm, in cui si potrà votare la fiducia, si terrà il 3 e 4 giugno 2025.