Il governo spagnolo ha annullato l'acquisto di munizioni da un'azienda israeliana dopo pressioni interne alla coalizione di governo
Il governo spagnolo ha annullato unilateralmente un contratto multimilionario per l'acquisto di munizioni dall'azienda israeliana Imi System destinate alle forze di polizia. Questa misura arriva dopo aver "esaurito tutti i canali di negoziazione" e dopo aver generato forti tensioni tra i partner della coalizione di governo.
La rescissione è stata concordata dalla Presidenza, sotto la guida di Félix Bolaños, dalla Seconda Vicepresidenza guidata da Yolanda Díaz e dai ministeri competenti, tra cui quello dell'Interno con a capo Fernando Grande-Marlaska. La decisione è particolarmente significativa se si considera che il contratto era già stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello Stato giovedì.
Per concretizzare l'annullamento, il Consiglio interministeriale per la regolamentazione del commercio estero di materiali per la difesa e a duplice uso negherà all'azienda israeliana l'autorizzazione all'importazione "per motivi di interesse generale", il che consentirà al Ministero dell'Interno di procedere alla risoluzione formale del contratto.
Il Palazzo della Moncloa ha sottolineato che sia il Psoe che il Sumar sono "fermamente impegnati nella causa palestinese e nella pace in Medio Oriente". In questo senso, hanno ricordato che dall'inizio del conflitto a Gaza, il 7 ottobre 2023, la Spagna ha sospeso l'acquisto e la vendita di armi alle aziende israeliane, una politica che manterrà "in futuro".
Questa risoluzione contrasta con la posizione espressa dal Ministero dell'Interno appena un giorno prima, quando aveva indetto una gara d'appalto dopo aver ricevuto una segnalazione dalla Procura della Repubblica che sconsigliava l'annullamento a causa dell'avanzata fase della procedura.
Ora questo stesso organismo, insieme ai ministeri coinvolti, sta studiando le possibili azioni legali e le richieste di risarcimento che potrebbero essere presentate dall'azienda israeliana, che probabilmente chiederà il pagamento dei 6,6 milioni di euro del costo delle munizioni.
In totale, sono stati acquistati 15 milioni di munizioni per la Guardia Civil spagnola. Il Ministero dell'Interno ha sottolineato che la cancellazione non porterà a una carenza di munizioni, poiché queste vengono rifornite con sufficiente anticipo.
L'annuncio della cancellazione è arrivato poche ore dopo che lo stesso governo aveva assicurato che stava cercando "con tutti i mezzi" una soluzione amministrativa, dimostrando l'urgenza di disinnescare la crisi interna che aveva portato Izquierda Unida a considerare di lasciare il governo.
Una crisi nella coalizione, a porte chiuse
Da parte sua, Yolanda Díaz aveva precedentemente negato l'esistenza di una crisi di governo, assicurando che erano "concentrati sull'annullamento di un contratto che non sarebbe mai dovuto esistere". La seconda vicepresidente ha descritto l'accordo come "una flagrante violazione" del diritto e del commercio internazionale, soprattutto nel contesto di quello che ha definito "un vero e proprio genocidio a Gaza".
Fonti governative hanno negato che "la rottura con Sumar fosse in discussione" e hanno fatto appello al "rispetto reciproco" all'interno del governo, riconoscendo la necessità di "comprendere le diverse sensibilità". Hanno inoltre affermato che Sumar era a conoscenza del contratto "con sufficiente anticipo" e non lo ha trovato "improvvisamente sul tavolo", contraddicendo alcune versioni che suggerivano una mancanza di comunicazione tra i partner.
Questa crisi si aggiunge ad altre recenti tensioni all'interno della coalizione, come l'aumento delle spese per la difesa approvato nella stessa settimana, un altro punto di attrito che ha portato i partiti che compongono il Sumar a convocare una riunione telematica di emergenza per analizzare la situazione.
La risoluzione di questa controversia evidenzia sia la fragilità degli equilibri all'interno della coalizione di governo sia la sua capacità di trovare soluzioni che ne evitino la rottura, soprattutto su questioni di politica estera così delicate come il conflitto israelo-palestinese.