Sempre più aziende della difesa si lanciano nello spazio: l’Europa investe poco rispetto a Cina e Usa, ma punta a una strategia comune per non restare indietro nella corsa spaziale militare
Le aziende tradizionalmente attive nella difesa stanno accelerando il loro ingresso nel settore spaziale. Secondo l'Istituto europeo di politica spaziale (ESPI), negli ultimi anni si è assistito a un netto incremento del coinvolgimento dell’industria della difesa nello sviluppo di capacità spaziali.
Lo spazio e la difesa sono sempre stati collegati, ma fino a poco tempo fa l'attenzione era principalmente rivolta agli usi civili. Questo trend è cambiato radicalmente a partire dal 2020, spinto da nuove minacce e da una geopolitica sempre più instabile.
Guerra in Europa e minacce dallo spazio: cambiano le priorità
"La guerra in Europa e la militarizzazione dello spazio ci costringono a considerarlo come pilastro della nostra autonomia strategica", ha dichiarato Christophe Grudler, eurodeputato francese e co-presidente dell’intergruppo del Parlamento europeo su cielo e spazio.
L’appello è a una maggiore cooperazione tra i Paesi membri dell’Ue, per superare la frammentazione attuale e concentrare gli investimenti in progetti comuni europei.
L’Europa investe poco: solo lo 0,07 per cento del Pil va allo spazio
L’Europa destina solo lo 0,07 per cento del suo Prodotto interno lordo alle attività spaziali – circa 14 miliardi di euro l’anno – contro percentuali ben più alte di Cina, USA, India e Giappone. Solo il 15 per cento di questi fondi è destinato a scopi militari, contro una media globale del 50 per cento.
Secondo Matija Rencelj, responsabile ricerca dell’ESPI, per colmare il gap servirebbe portare l’investimento europeo tra lo 0,15 e lo 0,25 per cento del Pil entro il 2040.
Strategia europea nello spazio: i prossimi passi
Diversi Paesi, tra cui Francia, Italia, Austria e Svezia, hanno già adottato strategie militari spaziali. Tuttavia, l’Europa nel complesso si muove con lentezza, rischiando di perdere terreno.
Grudler suggerisce tre azioni chiave:
mettere in comune le risorse attraverso programmi europei;
creare una vera capacità di approvvigionamento spaziale a livello Ue;
integrare lo spazio nella strategia industriale europea, al pari di AI, energia e semiconduttori.
L’Esa chiede più fondi: nel 2025 un’occasione decisiva
Il direttore dell’Esa Josef Aschbacher ha sottolineato l’urgenza di aumentare il budget per competere a livello globale: "Abbiamo ingegneri e aziende di livello mondiale. Possiamo farcela".
L’ultimo aumento risale al 2022, con un +17 per cento fino a 16,9 miliardi di euro. Per il 2025, alla Conferenza ministeriale di Brema, si punta a raggiungere quota 21 miliardi.