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Difesa, Ue impreparata a mobilitazione militare: troppe regole, secondo la Corte dei Conti

Soldati dell'esercito lituano partecipano a un'esercitazione militare lituano-polacca "Brave Griffin 24/II", nei pressi del Suwalki Gap, vicino al confine polacco, presso il villaggio di Dirmiskes.
Soldati dell'esercito lituano partecipano a un'esercitazione militare lituano-polacca "Brave Griffin 24/II", nei pressi del Suwalki Gap, vicino al confine polacco, presso il villaggio di Dirmiskes. Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Paula Soler
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Un rapporto della Corte di Lussemburgo ha segnalato la lentezza dell'Ue nel mobilitare le proprie risorse militari. Problemi di bucrazia negli Stati membri e di scarsi investimenti alla base dell'impreparazione a un'eventuale difesa dei confini

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Gli Stati membri dell'Ue non riescono ancora a dispiegare abbastanza rapidamente personale e mezzi militari, a causa della burocrazia e di difetti nei piani di mobilitazione, ha rilevato mercoledì un rapporto della Corte dei Conti dell'Unione europea (Cce).

"Ora più che mai, l'Ue cerca di proteggersi efficacemente dalle aggressioni e c'è chiaramente bisogno di rapidità. Tuttavia, abbiamo riscontrato che ci sono alcune strozzature lungo il percorso", ha dichiarato mercoledì ai media Tony Murphy, presidente della Cce.

La Cce è l'organo di controllo finanziario dell'Ue con sede a Lussemburgo.

La mobilitazione di truppe e di armamenti all'interno del blocco rischia di essere ritardata da vari fattori, tra cui regolamentazioni nazionali diverse e il limitato coordinamento tra le istituzioni interessate, si evince dal rapporto della Corte.

Quali sono i problemi in caso di mobilitazione militare europea

Ad esempio, uno Stato membro dell'Ue richiede attualmente un preavviso di 45 giorni per consentire il movimento militare transfrontaliero, a meno che non ci sia un'emergenza come la guerra in Ucraina.

In un altro caso, ai carri armati di uno Stato membro è stato negato il passaggio attraverso un altro Stato membro, a causa del superamento dei limiti di peso stabiliti dalle norme sul traffico stradale.

Il progetto di mobilità militare dell'Ue ha un budget di 1,7 miliardi di euro per il periodo 2021-27 volto ad aiutare gli Stati membri a rispondere più efficacemente alle crisi alle frontiere dell'Ue o altrove, incluso nei casi di breve preavviso e di mobilitazione su larga scala.

A seguito della guerra della Russia all'Ucraina, l'Ue ha stanziato l'intero budget entro la fine del 2023 come segnale politico, creando un potenziale vuoto di finanziamento di oltre quattro anni fino al prossimo bilancio che parte nel 2028.

"Un vuoto così lungo può causare ritardi negli investimenti aggiuntivi e una perdita di esperienza tra le parti interessate ai finanziamenti dell'Ue", ha sottolineato Murphy.

L'Ue ha finanziato 95 progetti in 21 Stati membri, ma il budget per la mobilità militare rimane relativamente modesto rispetto alle reali necessità, ha argomentato il presidente della Cce.

"C'è una chiara concentrazione di progetti nella parte orientale dell'Unione in Germania, Polonia, Lituania e Lettonia", ha sottolineato inoltre Murphy notando l'assenza di investimenti per esempio in Grecia e lungo l'asse meridionale verso l'Ucraina.

La risposta della Commissione Ue all'allarme sulla lentezza di una risposta militare

"La mobilità militare sarà una priorità del mandato della Commissione", ha dichiarato un portavoce dell'esecutivo replicando al rapporto della Corte di Lussemburgo.

La Commissione, insieme agli Stati membri dell'Ue e al Servizio per l'azione esterna, ha individuato quattro corridoi europei di mobilità militare e sta valutando le esigenze di investimento per guidare l'attuazione di tali progetti.

I revisori dei conti dell'Ue hanno anche raccomandato alla Commissione di utilizzare i fondi esistenti per i trasporti per affrontare le strozzature della mobilità militare.

La Commissione ha accettato tutte le raccomandazioni della Cce e ha sottolineato che sta lavorando su proposte per affrontare la mancanza di coordinamento, con particolare attenzione alla semplificazione, agli investimenti nelle infrastrutture e a una più stretta cooperazione con la Nato.

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