La Svizzera entrerà a far parte dell'iniziativa dell'Ue per facilitare la mobilitazione di forze ed equipaggiamenti militari, che già comprende Paesi terzi come Regno Unito, Stati Uniti, Norvegia e Canada
La Svizzera entrerà a far parte del progetto di mobilità militare dell'Ue, che mira a garantire un movimento rapido e senza intoppi di personale, attrezzature e mezzi militari. La decisione arriva dopo che gli Stati membri hanno deciso di inviare al Paese un invito ufficiale.
Il Consiglio federale del Paese neutrale aveva deciso lo scorso agosto che la Svizzera avrebbe partecipato all'iniziativa dell'Unione europea volta a ridurre le formalità burocratiche per la mobilitazione degli eserciti attraverso o tra gli Stati membri dell'Ue, sia per ferrovia, strada, aria o mare. Gli Stati membri dovevano ancora dare il via libera definitivo affinché i Paesi Bassi, coordinatori del progetto, inviassero la lettera di invito ufficiale.
E il principio di neutralità?
"La partecipazione della Svizzera al progetto è compatibile con il principio di neutralità, in quanto non comporta alcun impegno legale o di fatto per la difesa collettiva", ha dichiarato a Euronews il Dipartimento federale della difesa, della protezione civile e dello sport.
Anche altri Paesi non appartenenti all'Ue, come Stati Uniti, Canada, Norvegia e Regno Unito, fanno parte del progetto di Cooperazione Strutturata Permanente, volto ad approfondire la cooperazione in materia di difesa tra gli Stati membri (a eccezione della neutrale Malta, che non partecipa alla Pesco) e i partner della Nato.
Come un'area Schengen per le forze armate
L'Iniziativa di mobilità militare dell'Ue agisce come un'area Schengen per le forze armate. Consente alle truppe degli Stati membri di rispondere più rapidamente ed efficacemente alle crisi alle frontiere esterne del blocco o al di fuori di esso, sia per le operazioni dell'Ue che per gli schieramenti in altri contesti multilaterali come la Nato, anche con breve preavviso e su larga scala.
Il Piano d'azione sulla mobilità militare (2022-26) mira anche a rafforzare la preparazione e la resilienza delle infrastrutture di trasporto come ferrovie, strade, vie d'acqua e aeroporti utilizzati per scopi civili e militari.
In seguito all'invito degli Stati membri, la Svizzera deve ora solo concludere un accordo amministrativo per diventare membro formale. Le modalità di cooperazione saranno definite in un accordo amministrativo non vincolante.
Migliorare la qualità dell'addestramento
Il Paese intende inoltre aderire al progetto Cyber Ranges Federation, coordinato dall'Estonia dal 2021, per migliorare la qualità dell'addestramento delle Forze armate svizzere e approfondire la loro interoperabilità.
"I due progetti - Cyber Ranges Federation e Military Mobility - offrono l'opportunità di ampliare la cooperazione internazionale tra le forze armate e di rafforzare così le capacità di difesa nazionale e il contributo della Svizzera alla sicurezza europea", ha dichiarato il Dipartimento federale della difesa, della protezione civile e dello sport.
Per il momento, la Svizzera non intende partecipare ad altri progetti Pesco, ma la possibilità rimane per il futuro.