Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Cinque anni di Brexit: il Regno Unito sta meglio?

Sostenitori della Brexit si riuniscono durante una manifestazione a Londra, venerdì 31 gennaio 2020. La Gran Bretagna lascia ufficialmente l'Unione Europea venerdì dopo un periodo politico debilitante.
Sostenitori della Brexit si riuniscono durante una manifestazione a Londra, venerdì 31 gennaio 2020. La Gran Bretagna lascia ufficialmente l'Unione Europea venerdì dopo un periodo politico debilitante. Diritti d'autore  Frank Augstein/Copyright 2020 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Frank Augstein/Copyright 2020 The AP. All rights reserved
Di Rory Elliott Armstrong Agenzie: AP
Pubblicato il
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto: Copy to clipboard Copied

Cinque anni dopo l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, i sondaggi indicano che l'opinione pubblica si è raffreddata sulla questione: in molti ritengono che sia stato un errore

PUBBLICITÀ

Un lustro di Brexit. Il 31 gennaio di cinque anni fa, due folle distinte si sono riunite nei pressi del Parlamento del Regno Unito: un gruppo esultava brandendo bandiere dell'Union Jack, l'altro era più cupo e portava striscioni dell'Unione europea.

Erano le 23.00 ora di Londra - mezzanotte a Bruxelles, sede dell'Ue - e il Regno Unito lasciava ufficialmente il blocco dopo quasi cinque decenni di appartenenza, sfociati nella libera circolazione e nel libero scambio tra la Gran Bretagna e altri 27 Paesi europei.

Per i sostenitori della Brexit, il Regno Unito è diventato una nazione sovrana responsabile del proprio destino. Per gli oppositori, si è trasformato in un Paese isolato e ridotto.

A cinque anni di distanza, le persone e le aziende sono ancora alle prese con i contraccolpi economici, sociali e culturali della Brexit.

Quale impatto per la Brexit sull'economia

"L'impatto è stato davvero profondo - ha dichiarato il politologo Anand Menon, che dirige il think tank UK in a Changing Europe - Ha cambiato la nostra economia".

Nazione insulare con un forte senso della propria importanza storica, la Gran Bretagna era da tempo un membro inquieto dell'Ue quando, nel giugno 2016, ha tenuto un referendum per decidere se restare o voltare le spalle all'Ue.

Decenni di deindustrializzazione, seguiti da anni di tagli alla spesa pubblica e da un'elevata immigrazione, hanno creato un terreno fertile per l'argomentazione secondo cui la Brexit avrebbe permesso al Regno Unito di "riprendere il controllo" dei propri confini, delle proprie leggi e della propria economia.

Eppure il risultato - 52% a favore dell'uscita e 48% a favore della permanenza - è stato uno shock per molti.

Il primo ministro britannico Boris Johnson torna al 10 di Downing Street dopo aver incontrato la regina Elisabetta II a Buckingham Palace, Londra, venerdì 13 dicembre 2019
Il primo ministro britannico Boris Johnson torna al 10 di Downing Street dopo aver incontrato la regina Elisabetta II a Buckingham Palace, Londra, venerdì 13 dicembre 2019 Matt Dunham/Copyright 2019 The AP. All rights reserved

Né il governo conservatore, che aveva fatto una campagna per rimanere nell'Ue, né i sostenitori della Brexit avevano previsto i dettagli della spaccatura.

Dopo il referendum la maratona dei negoziati

Il referendum è stato seguito da anni di lotte sui termini della separazione tra un'Unione europea ferita e un Regno Unito frammentato, che hanno causato uno stallo in Parlamento e alla fine hanno portato alla sconfitta della premier Theresa May.

Quest'ultima si è dimessa nel 2019 ed è stata sostituita da Boris Johnson, che ha giurato di "portare a termine la Brexit". Una promessa che portava con sé più di un problema: il Regno Unito se ne sarebbe andato senza un accordo sulle sue future relazioni economiche con l'Ue, che rappresentava la metà degli scambi commerciali del Paese.

L'abbandono politico è stato seguito da 11 mesi di negoziati serrati sui termini del divorzio, culminati in un accordo alla vigilia di Natale del 2020.

L'accordo commerciale

L'accordo commerciale, che non prevedeva nulla di particolare, prevedeva l'uscita del Regno Unito dal mercato unico e dall'unione doganale del blocco. Ciò significava che le merci potevano circolare senza tariffe o quote, ma ha portato nuova burocrazia, costi e ritardi per le imprese commerciali.

"Ci è costato denaro. Siamo sicuramente più lenti e più costosi. Ma siamo sopravvissuti", ha dichiarato Lars Andersen, la cui azienda londinese, My Nametags, spedisce etichette dai colori vivaci per i vestiti dei bambini e il materiale scolastico in oltre 150 Paesi.

Per continuare a commerciare con l'Ue, Andersen ha dovuto creare una base in Irlanda, attraverso la quale tutti gli ordini destinati ai Paesi dell'Unione devono passare prima di essere spediti. Afferma che ne è valsa la pena, ma altre piccole imprese che conosce hanno smesso di commerciare con l'Ue o hanno spostato la produzione fuori dal Regno Unito.

L'Office for Budget Responsibility del governo prevede che le esportazioni e le importazioni del Regno Unito saranno entrambe inferiori di circa il 15% nel lungo periodo rispetto a quelle che si sarebbero state registrate se il Regno Unito fosse rimasto nell'Ue. Anche la produttività sarà inferiore del 4% rispetto a quella che sarebbe altrimenti stata.

Per certi versi, la Brexit non si è svolta come si aspettavano né i sostenitori né gli oppositori.

Ceste con i codici dei paesi e le designazioni delle etichette attendono il pacchetto di etichette per bambini della scuola presso la fabbrica 'My Nametags' a Londra, giovedì
Ceste con i codici dei paesi e le designazioni delle etichette attendono il pacchetto di etichette per bambini della scuola presso la fabbrica 'My Nametags' a Londra, giovedì Alastair Grant/Copyright 2025 The AP. All rights reserved

La pandemia di Covid-19 e l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia hanno portato ulteriori perturbazioni economiche e hanno reso più difficile discernere l'impatto dell'uscita del Regno Unito dall'Ue sull'economia.

In un settore chiave, l'immigrazione, l'impatto della Brexit è stato l'opposto di quanto previsto da molti. Il desiderio di ridurre l'immigrazione è stato uno dei motivi principali per cui molti hanno votato a favore dell'uscita dal blocco. Oggi però l'immigrazione nel Regno Unito è molto più alta rispetto a prima della Brexit perché il numero di visti concessi ai lavoratori di tutto il mondo è aumentato.

La Brexit piace un po' meno ai britannici

Nel frattempo, l'ascesa di leader politici protezionisti, in particolare il neo-presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha alzato la posta in gioco per la Gran Bretagna, ora stretta tra i suoi vicini europei e la sua "relazione speciale" transatlantica con gli Usa.

"Il mondo è molto meno indulgente oggi di quanto non lo fosse nel 2016, quando abbiamo votato per l'uscita", ha detto Menon.

I sondaggi indicano che l'opinione pubblica britannica si è raffreddata sulla Brexit, con una maggioranza di persone che ora ritiene sia stato un errore.

Tuttavia, il rientro nell'Ue sembra una prospettiva lontana. Con il ricordo ancora vivo delle discussioni e delle divisioni, pochi vogliono rivivere l'intero processo.

Il primo ministro Starmer si riavvicina all'Ue

Il primo ministro del partito laburista Keir Starmer, eletto lo scorso luglio, ha promesso di "reimpostare" le relazioni con l'Ue, ma ha escluso di rientrare nell'unione doganale o nel mercato unico.

Starmer punta a cambiamenti relativamente modesti, come la facilitazione delle tournée degli artisti e il riconoscimento delle qualifiche dei professionisti, nonché una più stretta cooperazione in materia di applicazione della legge e sicurezza.

I leader dell'Ue hanno accolto con favore il cambiamento di tono di Starmer rispetto ai suoi predecessori. Tuttavia, poiché il blocco si trova ad affrontare problemi significativi in un contesto di populismo crescente in tutto il continente, il Regno Unito sembra non essere più una priorità assoluta per l'Unione europea.

Video editor • Rory Elliott Armstrong

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Brexit, il ministro del Commercio britannico sugli e-gates accordati con l'Ue: "Il prima possibile"

La Brexit? Un fallimento, secondo gli elettori britannici

"Tempo di superare la Brexit", dice il presidente della City di Londra