Il transito di gas russo da Est a Ovest contrappone sempre più il capo del governo slovacco Robert Fico al presidente ucraino Volodymyr Zelensky
Robert Fico, capo di governo della Slovacchia, ha inasprito la sua lunga disputa con Volodymyr Zelensky, presidente dell'Ucraina, per la sua decisione di interrompere completamente il transito di gas russo attraverso il territorio ucraino dopo la fine del 2024. La Slovacchia, Paese senza sbocco sul mare, rimane fortemente dipendente dal gas della nazione guidata da Vladimir Putin, esportato da Gazprom, azienda pubblica, attraverso un gasdotto che passa appunto per l'Ucraina.
"Se c'è qualcuno che impedirà il transito del gas verso la Repubblica Slovacca, se c'è qualcuno che causerà un aumento dei prezzi del gas nel territorio europeo, se c'è qualcuno che causerà un enorme danno economico all'Unione europea, quello è il presidente Zelensky", ha tuonato Fico in una conferenza stampa dai toni particolarmente accesi, al termine di un vertice dei leader europei a Bruxelles. "Ha il diritto di essere nervoso. Non vorrei essere nei suoi panni perché il suo Paese è in difficoltà", ha aggiunto, ribadendo che la Slovacchia non permetterà mai all'Ucraina di entrare nella Nato.
Il capo di Stato dell'Ucraina, che ha partecipato al summit di giovedì per chiedere ancora una volta maggiore sostegno militare contro le forze d'invasione russe, ha chiarito che il contratto di transito tra Gazprom e l'Ucraina, da cui Kiev ha ricavato entrate costanti, non sarà rinnovato per il 2025. "Non permetteremo loro di guadagnare altri miliardi sul nostro sangue. E tutti i Paesi del mondo che possono ottenere qualcosa a basso costo dalla Russia finiranno per dipendere da Mosca, che sia nel giro di un mese o di un anno", ha aggiunto.
Il divieto, ha quindi precisato, si applicherà a qualsiasi flusso di gas "proveniente dalla Russia". Ciò per evitare il rischio che venga venduto in Europa dopo essere passato, ad esempio, dall'Azerbaigian. Secondo Bruegel, un think tank con sede a Bruxelles, la Slovacchia e altri Paesi dell'Europa centrale senza sbocco sul mare potrebbero ricorrere a quel punto a un meccanismo di "scambio": Baku acquisterebbe dalla Russia gas etichettato come "russo", quindi potrebbe essere trattato e poi fatto transitare come "azero", utilizzando la stessa infrastruttura.
Ma Zelensky ha escluso anche questa ipotesi, sostenendo che il Cremlino guadagnerebbe comunque denaro utile per finanziare la sua invasione: "Non vogliamo accettare un giochino per cui questo altro Paese riceverebbe gas dalla Russia e poi lo farebbe transitare dall'Ucraina. Ciò equivarrebbe a continuare a trarre profitto dalla guerra e a inviare denaro a Mosca", ha spiegato. Il presidente ucraino ha offerto una sola possibile deroga al divieto: Kiev permetterebbe il transito del gas russo se gli acquirenti europei accettassero di non pagarlo fino alla fine della guerra: "Ci penseremo. Ma non daremo alla Russia la possibilità di guadagnare altri miliardi che verrebbero investiti nel conflitto".
Fico ha espresso la sua sorpresa per la "repentinità" della posizione di Zelensky e ha definito "assurda" la sua idea di non pagare la Russia: "Quale razza di stupido ci concederebbe gas gratis? È evidente che si sta andando verso ipotesi assurde", ha dichiarato il leader lo slovacco. "Possiamo comprare gas ovunque - ha aggiunto -. Possiamo comprare quello dell'Azerbaigian, possiamo fare qualsiasi cosa vogliamo. Penso che oggi abbia affermato chiaramente che, per quanto riguarda il trasporto del gas, da Est a Ovest, non ha alcun interesse".
Il capo dell'esecutivo di Bratislava ha sottolineato che il suo Paese è "ben preparato" ad affrontare il 2025 perché lo stoccaggio del gas è abbondante e la domanda interna "non è elevata". Tuttavia, ha ripetutamente messo in guardia sull'aumento dei prezzi all'ingrosso dopo la cessazione del transito: "Se il flusso di gas verrà interrotto, ciò metterà sotto pressione il mercato internazionale e, nel complesso, causerà enormi perdite economiche per l'Unione europea, che si faranno sentire in una fase successiva. Perché mai dovremmo pagare un prezzo simile, perché stiamo aiutando l'Ucraina?".
I prezzi del gas al TTF - il principale mercato europeo, situato nei Paesi Bassi - sono aumentati a dicembre proprio a causa delle incertezze sul futuro della via di transito ucraina, e si aggirano oggi attorno ai 44 euro per megawattora. "Ad essere onesti, durante la guerra trovo vergognoso parlare di soldi perché noi stiamo perdendo vite umane", ha però affermato Zelensky nella sua conferenza stampa.
Fico ha invece avvertito che se il gasdotto che attraversa l'Ucraina cessasse di funzionare, potrebbe diventare un obiettivo militare per una delle parti in conflitto, senza specificare quale: "Se questo gasdotto si prosciuga, se l'infrastruttura in Ucraina non viene utilizzata, qual è la certezza che sarà preservata? Siamo sicuri non verrà distrutta?", ha detto. Osservando che potrebbe verificarsi un incidente "simile" all'attacco al Nordsteam.
Nel suo intervento successivo al vertice, Fico ha fatto appello direttamente alla Commissione europea affinché medi tra Kiev e Bratislava al fine di trovare una soluzione. Ma in una dichiarazione rilasciata a Euronews, un portavoce dell'organismo esecutivo di Bruxelles ha affermato che il rinnovo del contratto di transito sarebbe in contrasto con l'obiettivo del blocco di tagliare tutte le importazioni di gas russo: "La Commissione non ha alcun interesse nel mantenere il transito del gas russo attraverso l'Ucraina. Non è stata coinvolta in queste discussioni né le ha facilitate", ha dichiarato il portavoce, descrivendo l'Ue come "pienamente preparata" alla transizione.
"Ci aspettiamo che l'impatto sulla sicurezza dell'approvvigionamento europeo sia limitato: i 14 miliardi di metri cubi all'anno che attualmente transitano attraverso l'Ucraina possono essere completamente sostituiti da importazioni di GNL e di gasdotti non russi attraverso percorsi alternativi", ha aggiunto.
Fico e Zelensky hanno avuto rapporti tesi da quando lo slovacco è tornato al potere nell'ottobre dello scorso anno. Una delle prime decisioni di Fico è stata quella di interrompere gli aiuti militari all'Ucraina. Si è inoltre opposto strenuamente alle sanzioni europee sul gas e sull'energia nucleare russi.