Sabato, con ogni probabilità, il parlamento georgiano eleggerà come presidente il candidato filorusso di estrema destra Mikheil Kavelashvili
Mentre la Georgia si prepara al voto parlamentare di sabato, che vedrà con ogni probabilità l'elezione a presidente del candidato filorusso di estrema destra Mikheil Kavelashvili, le proteste antigovernative nella capitale continuano senza sosta.
I manifestanti chiedono nuove elezioni parlamentari e scandiscono motti anti-russi, esprimendo il loro malcontento per la recente posizione del governo sui negoziati con l'Unione europea.
Le proteste sono iniziate due settimane fa, quando il primo ministro georgiano Irakli Kobakhidze ha annunciato che Tbilisi non avrebbe iniziato i negoziati per entrare nell'Ue prima del 2028.
Questo ritardo ha irritato molti cittadini desiderosi di legami più stretti con l'Occidente.
Inoltre, il partito al governo Sogno Georgiano è accusato di essere filorusso, soprattutto a causa del suo fondatore, l'oligarca Bidzina Ivanishvili, che ha accumulato la sua fortuna grazie a rapporti d'affari in Russia.
Questa elezione presidenziale segna una svolta significativa rispetto alle precedenti, poiché sarà la prima volta che il presidente viene eletto da un collegio elettorale anziché dal voto pubblico.
Che aria tira in Georgia?
A Tbilisi si respira un clima di frustrazione e rabbia per la riluttanza del partito al potere ad allinearsi maggiormente con l'Occidente. Tuttavia, i sentimenti sono nettamente diversi nella regione di Gori, vicino al confine con la repubblica separatista dell'Ossezia del Sud occupata dalla Russia.
I residenti, ancora tormentati dai ricordi della guerra del 1991-1992 e dell'invasione russa del 2008, tendono a sostenere un approccio più conciliante nei confronti di Mosca.
Questo è vero soprattutto perché le truppe russe stanno spingendo il confine fisico dell'Ossezia del Sud sempre più verso il territorio controllato dal governo della Georgia.