Una volta rassegnate formalmente le dimissioni, Michel Barnier diventerà il primo ministro con il mandato più breve nella storia della Francia repubblicana
L'Assemblea nazionale francese ha rovesciato mercoledì sera il governo del primo ministro Michel Barnier.
Un totale di 331 deputati, appartenenti alla coalizione di sinistra Nuovo fronte popolare e al Rassemblement national di estrema destra, su 577 legislatori hanno votato a favore della mozione di sfiducia.
La mossa fa sprofondare, così, il Paese in un periodo di incertezza politica ed economica appena sei mesi dopo che il presidente Emmanuel Macron ha sciolto l'Assemblea nazionale in seguito alla pesante sconfitta del suo partito alle elezioni europee.
Le reazioni contrastanti dalla politica
Mathilde Panot, leader del partito di sinistra La France Insoumise, parte della coalizione Nfp, ha accolto con favore il risultato: "Oggi è una giornata storica. Oggi abbiamo difeso la democrazia".
"Il caos non siamo noi, è stato Emmanuel Macron negli ultimi sette anni", ha aggiunto prima di chiedere le dimissioni del presidente francese.
Ma non è stata l'unica ad avanzare tale richiesta. Sono in molti tra i partiti d'opposizione che vogliono la testa del presidente, che formalmente non è obbligato a dimettersi poiché il suo mandato termina nella primavera del 2027.
Olivier Faure, leader del Partito socialista e membro della coalizione Nfp, ha detto di non ritenere che le dimissioni di Macron siano "una buona soluzione" alla crisi politica.
Dall'altro lato del panorama politico francese Marine Le Pen, figura di spicco del partito Rn, ha utilizzato un tono grave durante un'intervista al canale televisivo francese TF1.
"Non c'era altra soluzione", ha detto Le Pen, affermando di non considerare il risultato del voto come "una vittoria".
Alla domanda se Macron dovrebbe dimettersi, Marine Le Pen ha detto che non chiede elezioni presidenziali anticipate. "Sarà solo lui a prendere questa decisione", ha aggiunto.
Per quanto riguarda il piano di bilancio del Paese per il 2025, Le Pen ha sottolineato che il suo partito "li lascerà lavorare" e che "co-costruirà, non solo con il Rn ma con tutte le forze dell'Assemblea, un bilancio che sia accettabile per tutti".
Valérie Pécresse, politica di destra e presidente della regione di Parigi, ha definito la giornata di mercoledì come "un giorno triste per la Francia" e ha difeso Michel Barnier, dicendo che aveva cercato di riportare il Paese sulla retta via.
Il ministro delle Finanze uscente Antoine Armand ha accusato la sinistra e l'estrema destra di essersi "uniti per destabilizzare il Paese".
Emmanuel Macron parlerà alla nazione giovedì sera, e al momento non è trapelato alcun dettaglio su quando verrà nominato un nuovo primo ministro.