L'Assemblea Nazionale ha votato a favore di una mozione di sfiducia presentata contro il governo del primo ministro Michel Barnier: è la prima volta da più di 60 anni che un governo francese cade a seguito di un voto parlamentare
L'Assemblea Nazionale francese ha approvato la mozione di censura contro il governo di Michel Barnier con 331 voti a favore. Si tratta di atti equivalenti alle mozioni di sfiducia; è la prima volta che accade dal 1962. Il tentativo del presidente Emmanuel Macron di dar vita a un esecutivo di minoranza, sostenuto dal centro e da parte del centro-destra, non ha retto: dopo soli tre mesi il governo cade e la Francia entra in una situazione particolarmente difficile da risolvere. Il capo di Stato - che prenderà la parola alle 20 di giovedì 5 dicembre - non può infatti sciogliere nuovamente il Parlamento prima della metà del 2025, dopo le elezioni che si sono tenute la scorsa estate.
Presentate due mozioni di censura: una dalla sinistra, un'altra dal Rassemblement National
Le cosiddette "mozioni di censura" sono in realtà due: una è stata presentata da quasi tutto il Nuovo fronte popolare, la coalizione di sinistra, e una dall'alleanza tra il Rassemblement National e i "Ciottisti", i Repubblicani distaccatisi dallo storico partito prima delle elezioni dello scorso luglio. Entrambi gli schieramenti hanno spiegato di ritenere inaccettabile il controverso bilancio presentato lunedì da Barnier, che ha fatto cercato di scavalcare il voto parlamentare - poiché non lo avrebbe superato - invocando l'articolo 49.3 della Costituzione francese.
Ad essere stata discussa è stata prima la mozione della sinistra, quella che ha ottenuto un numero maggiore di firme all'Assemblea Nazionale. Relatore il deputato de La France insoumise Eric Coquerel, presidente della Commissione Finanze. L'approvazione non ha reso necessaria una votazione sulla seconda mozione di censura proveniente dall'estrema destra, che ha votato evidentemente assieme alla fazione opposta.
Prima della votazione si è espresso il primo ministro Michel Barnier, che ha tentato di difendere l'operato del governo, e ha cercato di dissuadere i deputati dal votare a favore delle mozioni, sottolineando come ciò possa tradursi in un salto nel buio per la Francia. Successivamente, hanno parlato i rappresentanti dei nove gruppi parlamentari.
I possibili scenari dopo la caduta del governo Barnier: dalla continuità alle scelte più dirompenti
L'approvazione della mozione non soltanto rappresenta una novità, in quanto mai accaduto negli ultimi 60 anni, ma rende anche il governo Bernier il meno longevo dal 1958. A questo punto per il presidente Macron il compito risulta particolarmente difficile: potrà provare a incaricare nuovamente Barnier di formare un governo, tentare di affidarlo al Nfp, o ancora immaginare una soluzione "tecnica" con un primo ministro non espresso dai partiti. Un'ulteriore scenario, che non si può escludere a priori benché appaia il più estremo e non così probabile, è che lo stesso Macron possa decidere di dimettersi.
L'inedita instabilità politica della Francia ha pesato anche sul mercato azionario nelle ultime settimane e potrebbe far salire i tassi d'interesse, aggravando il già colossale debito francese.